Compito di realtà

La metodologia didattica del compito di realtà è una strategia educativa che consiste nell’utilizzare situazioni realistiche come base per l’apprendimento. In questo modo, gli studenti possono applicare concretamente ciò che hanno imparato in un contesto simile a quello che incontreranno nella vita reale.

Compito di realtà

Preparare un compito di realtà

Per preparare un compito di realtà per un’attività didattica, bisogna seguire questi passaggi:

  • Identificare l’obiettivo educativo e la materia che si desidera insegnare: cosa vogliamo che gli studenti imparino?

  • Scegliere una situazione reale che permetta di mettere in pratica gli obiettivi educativi. La situazione reale prevede, generalmente, la creazione di un prodotto che può essere un sito, un giornalino scolastico, una campagna pubblicitaria etc… L’importante è che il compito sia fattibile.

  • Definire i compiti o le attività da svolgere in relazione alla situazione scelta.

  • Preparare i materiali necessari, come questionari o strumenti di valutazione.

  • Valutare il compito e, nel caso, apportare modifiche per migliorare l’efficacia dell’attività didattica.

Compito di realtà

Le competenze che sviluppa

Diverse competenze possono essere sviluppate con il compito di realtà, tra cui:

  • Pensiero critico: gli studenti devono analizzare e risolvere problemi in modo autonomo, utilizzando le conoscenze acquisite durante le lezioni.

  • Teamwork: spesso i compiti di realtà vengono assegnati a gruppi di studenti, favorendo la collaborazione e la comunicazione efficace tra i membri del gruppo.

  • Creatività: gli studenti devono essere in grado di trovare soluzioni originali e innovative per risolvere i problemi proposti.

  • Imprenditorialità: il compito di realtà può essere utilizzato per insegnare agli studenti le competenze necessarie per avviare un’impresa, come la pianificazione, la gestione del budget e il marketing.

  • Problem solving: gli studenti imparano a risolvere problemi in modo efficace e rapido.

Compito di realtà

Il compito di realtà per insegnare storia e filosofia

Il compito di realtà può essere utilizzato in molte materie, come la matematica, la scienza, la storia, la geografia e le lingue. Inoltre, questa metodologia può essere utilizzata sia in classe che fuori dalla scuola, ad esempio attraverso visite aziendali o progetti di volontariato.

Realizzare compiti di realtà in storia e filosofia può essere molto utile perché consente agli studenti di collegare ciò che imparano in classe con la realtà attuale. In questo modo, gli studenti possono sviluppare una maggiore comprensione e interesse per il passato e per i temi filosofici, vedendone l’applicazione concreta nella vita di oggi.
In generale, i compiti di realtà devono essere progettati per essere significativi, sfidanti e interessanti per gli studenti, e devono essere progettati per sviluppare le competenze chiave degli studenti.


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L’impresa simulata

L’impresa simulata è una metodologia didattica che consiste nel creare un’esperienza simulata di un’attività imprenditoriale, al fine di insegnare agli studenti i concetti economici e imprenditoriali attraverso l’apprendimento per esperienza. Questa metodologia è utile anche per insegnare materie come la storia e la filosofia, poiché permette agli studenti di applicare concetti astratti a situazioni concrete e di sviluppare competenze pratiche. L’impresa simulata non va confusa con i giochi di ruolo o role playing.

Impresa simulata

Come realizzare un’impresa simulata

Per preparare un’impresa simulata per un’attività didattica, è necessario seguire i seguenti passaggi:

  • Scegliere un’attività commerciale: identificare un’attività commerciale realistica che possa essere simulata. La natura dell’attività commerciale può essere funzionale agli argomenti didattici che vogliamo approfondire (periodo storico, caratteristica dell’azienda, tipo di proprietà etc…).

  • Creare un piano d’impresa: elaborare un piano d’impresa che descriva l’obiettivo, la strategia e i piani finanziari dell’impresa simulata.

  • Assegnare i ruoli: assegnare ai partecipanti i ruoli all’interno dell’impresa simulata, come ad esempio CEO, CFO, responsabile delle vendite, etc.

  • Preparare i documenti: preparare i documenti necessari per l’impresa simulata, come ad esempio fatture, ordini, contratti, bilancio, etc.

  • Sviluppare una presentazione: sviluppare una presentazione che riassuma l’impresa simulata e la sua attività.

  • Eseguire la simulazione: eseguire la simulazione dell’impresa e valutare i risultati.

  • Valutare e discutere: valutare e discutere i risultati della simulazione e le lezioni imparate.

Impresa simulata

L’impresa simulata per insegnare storia e filosofia

L’impresa simulata è una metodologia che può essere utilizzata per insegnare  storia e filosofia, poiché permette agli studenti di sviluppare competenze pratiche, di vedere gli effetti delle proprie decisioni, e di applicare i concetti appresi a situazioni concrete.

Per insegnare storia

Per utilizzare tale metodologia per insegnare la storia, ad esempio, gli insegnanti possono creare un’attività che replichi un’economia o un’industria di un’epoca specifica, come quella del XIX secolo. Gli studenti possono essere divisi in gruppi e assegnati a diverse aziende o ruoli, come imprenditori, dirigenti, operai, etc. Gli studenti dovranno poi prendere decisioni e gestire la loro azienda simulata in base ai fattori economici e sociali dell’epoca, e dovranno anche valutare gli effetti di queste decisioni sulla società e sull’ambiente.

Per insegnare filosofia

Per quanto riguarda l’utilizzo di questa metodologia per insegnare la filosofia, invece, gli insegnanti possono ricorrervi per insegnare i concetti di etica e responsabilità sociale delle imprese. Gli studenti possono essere chiamati a gestire un’azienda simulata e a prendere decisioni che riflettono i principi etici e morali delle diverse filosofie. Ad esempio, gli studenti potrebbero essere chiamati a decidere se aumentare i profitti a scapito della sicurezza dei dipendenti o dell’impatto ambientale, e a discutere le loro decisioni in base ai principi della deontologia o della utilitarismo.

Impresa simulata

Differenza con il gioco di ruolo / role playing

L’impresa simulata e il gioco di ruolo non vanno confusi, benché siano entrambi metodi didattici che utilizzano la simulazione per insegnare concetti astratti attraverso l’apprendimento per esperienza. Infatti, le due metodologie presentano diverse differenze. Entrambi i metodi hanno i loro pro e contro e possono essere utilizzati in modo efficace nell’apprendimento. L’impresa simulata è più adatta per insegnare materie come l’economia o l’imprenditorialità mentre il gioco di ruolo è più adatto per materie come la storia, la filosofia o la letteratura.

Diversi obiettivi

L’impresa simulata ha come obiettivo quello di insegnare agli studenti i concetti economici e imprenditoriali attraverso la simulazione di un’attività d’impresa, mentre il gioco di ruolo ha come obiettivo quello di insegnare agli studenti concetti storici, sociali o culturali attraverso la simulazione di un’esperienza o di una situazione.

Diversa struttura

L’impresa simulata è spesso più strutturata e ha un focus più specifico sull’economia e sull’imprenditorialità, con regole e restrizioni definite, obiettivi specifici e un processo di valutazione. Il gioco di ruolo, d’altra parte, è più flessibile e può avere un focus più ampio, ad esempio, sulla storia, sulla cultura o sulla società, con meno regole e restrizioni definite e un processo di valutazione meno formale.

Diverso grado di libertà

L’impresa simulata ha un livello di libertà più limitato rispetto al gioco di ruolo. Gli studenti devono lavorare all’interno delle regole e delle restrizioni definite, mentre in un gioco di ruolo gli studenti hanno maggiore libertà di scelta e di azione.

Diverse tempistiche

L’impresa simulata spesso ha tempi più lunghi, ad esempio settimane o mesi, per permettere agli studenti di esplorare le dinamiche economiche e imprenditoriali nel dettaglio, mentre un gioco di ruolo può essere svolto in una singola sessione.

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Gioco di ruolo – Role playing

Il gioco di ruolo (GDR), o role playing game (RPG),  è una forma di gioco in cui i partecipanti assumono i ruoli di personaggi immaginari e interagiscono tra loro per raccontare una storia. I giocatori possono utilizzare la parola, il linguaggio del corpo e altre forme di espressione per interpretare i loro personaggi e interagire con gli altri giocatori. Il gioco di ruolo è un forma di didattica ludica e immersiva.
Il role playing è una forma di gioco versatile che può essere utilizzato per insegnare diverse materie e sviluppare diverse abilità. Il gioco di ruolo è molto usato anche in ambito terapeutico in quanto permette ai partecipanti di sperimentare situazioni e ruoli diversi e di elaborare emozioni e problemi in modo sicuro e controllato. Il role playing è diverso dall’impresa simulata.

Gioco di ruolo - Role playing

Le competenze sviluppate

Il gioco di ruolo può sviluppare una serie di competenze utili. Tra queste:

  • Comprensione e interpretazione dei testi: i giocatori devono essere in grado di comprendere e interpretare i personaggi e la trama del gioco per poter interagire in modo credibile con gli altri giocatori. La comprensione, inoltre, deve essere profonda, ampia e articolata.

  • Comunicazione: il role playing richiede una forte capacità di comunicazione verbale e non verbale per esprimere il proprio personaggio e interagire con gli altri giocatori. Bisogna adeguare la comunicazione al contesto, renderla efficace e convincente.

  • Problem solving: i giocatori devono risolvere problemi e superare ostacoli durante il gioco, sviluppando la loro capacità di pensare in modo critico e di trovare soluzioni creative. Un gioco di ruolo articolato prevede diversi step, situazioni ed eventi che richiedono flessibilità e adattamento.

  • Creatività: il role playing incoraggia la creatività, in quanto i giocatori devono inventare il proprio personaggio e la propria storia e sopperire alle eventuali mancanze narrative.

  • Empatia: il gioco di ruolo richiede che i giocatori si mettano nei panni dei loro personaggi e degli altri personaggi, sviluppando la loro capacità di comprendere le motivazioni,  i sentimenti e le emozioni degli altri.

  • Imparare a lavorare in team: il role playing si basa sull’interazione e la cooperazione tra i giocatori, sviluppando la capacità di lavorare in un team, con obiettivi che possono essere contrastanti o comuni.

Giochi di ruolo - Role playing

Creazione di un gioco di ruolo

A un livello di base, il role playing si può articolare in una serie di dialoghi e scambi di battute tra i giocatori che impersonano determinati personaggi. Su un piano più elaborato, invece, il gioco di ruolo può assumere vari livelli di complessità, introducendo sfide, eventi, limiti e possibilità.
Esistono diversi giochi di ruolo in commercio ma nulla vieta di crearne di nuovi ad hoc.

Giochi di ruolo - Role playing

Il gioco di ruolo per insegnare storia e filosofia

Il role playing, come metodologia didattica, permette di creare un’attività immersiva. Questo genere di gioco, infatti, è stato utilizzato con successo per insegnare diverse materie, tra cui storia e filosofia.

Storia e role playing

In primo luogo, i giochi di ruolo possono aiutare gli studenti a comprendere meglio la storia in modo interattivo e coinvolgente. Invece di semplicemente leggere informazioni sui fatti storici, i giocatori possono mettersi nei panni di personaggi chi li hanno vissuto e rivivere le esperienze dell’epoca, affrontare eventi e situazioni, sperimentare difficoltà e opportunità. Ad esempio, un gioco di ruolo sulla Rivoluzione Americana può aiutare gli studenti a capire meglio la vita quotidiana dei coloni e le cause della ribellione contro l’Inghilterra.

Filosofia e role playing

In secondo luogo, i giochi di ruolo possono essere utilizzati per insegnare  filosofia. Ad esempio, un gioco di ruolo basato su un dialogo di Platone può aiutare gli studenti a comprendere meglio le idee filosofiche del maestro, a capire a un livello più profondo le obiezioni degli interlocutori di Socrate etc… Inoltre, creando i propri personaggi e interagendo con gli altri giocatori, gli studenti possono esplorare le loro idee personali su questioni filosofiche come quelle relative all’etica.


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Cooperative learning

Il cooperative learning è una metodologia didattica basata sulla collaborazione e la condivisione delle conoscenze tra gli studenti. In un ambiente di cooperative learning, gli studenti lavorano in gruppi per raggiungere obiettivi comuni, aiutandosi a vicenda per raggiungere la comprensione del materiale.

Cooperative learning

Il cooperative learning ha molti benefici rispetto ad un ambiente di insegnamento tradizionale, in cui gli studenti lavorano principalmente in modo individuale. Ad esempio, aiuta gli studenti a sviluppare competenze sociali e di gruppo, come la capacità di comunicare efficacemente, di ascoltare attivamente gli altri e di risolvere i conflitti. Inoltre, permette agli studenti di imparare gli uni dagli altri e di aiutare gli studenti che hanno difficoltà con il materiale.

Ci sono diversi metodi di cooperative learning, tra cui:

Ognuno di questi metodi ha i propri benefici e sfide, ma tutti richiedono che gli studenti lavorino insieme e si aiutino a vicenda per raggiungere gli obiettivi dell’apprendimento.

Preparazione e ambiente

Per creare un ambiente di cooperative learning efficace, gli insegnanti devono fare una pianificazione adeguata, creare gruppi equilibrati, fornire indicazioni chiare e fornire feedback continuo sull’apprendimento degli studenti. Inoltre, gli insegnanti dovrebbero incoraggiare gli studenti a prendersi la responsabilità per il proprio apprendimento e a valorizzare il contributo di ciascuno nei gruppi.

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Il brainstorming

Il brainstorming è un metodo di generazione di idee che consiste nel riunire un gruppo di persone per produrre un gran numero di concetti  su un determinato argomento o problema. Durante una sessione di brainstorming, tutte le idee vengono accettate e registrate senza essere giudicate o discusse. Dopo la generazione delle idee, si passa poi alla valutazione e selezione delle idee migliori.

Per condurre una sessione di brainstorming, è necessario preparare un argomento o problema specifico su cui concentrarsi. È fondamentale, inoltre, creare un ambiente confortevole e privo di giudizi. Infatti, è importante che tutti i partecipanti abbiano la possibilità di esprimere le loro idee e che non ci sia alcuna interruzione o critica durante l’attività.

Brainstorming

Nel contesto scolastico, il brainstorming può essere utilizzato come una metodologia didattica per sviluppare diverse competenze. Ad esempio, in una lezione di storia, gli studenti possono utilizzare il brainstorming per generare idee su un periodo storico specifico o per analizzare fonti storiche, sviluppando così la loro capacità di pensiero critico e analisi. In una lezione di filosofia, invece, gli studenti possono utilizzare il brainstorming per generare idee su un filosofo o un’idea filosofica specifica, sviluppando così la loro capacità di riflessione e pensiero profondo.

Il brainstorming può essere utilizzato anche per incoraggiare la creatività degli studenti e per superare la paura del giudizio. L’attività, infatti, favorisce la partecipazione attiva degli studenti durante le lezioni. 

Per utilizzare il brainstorming bisogna preparare:

  • Un tema da proporre, con eventuali domande specifiche per sollecitare le risposte;
  • Modalità di intervento (per alzata di mano, attraverso la scrittura su fogli anonimi, con mentimeter etc…)
  • Modalità di raccolta delle idee (lavagna, LIM, Padlet, etc…)
  • Criteri di organizzazione delle idee (per area di appartenenza, per tipologia, per modalità di azione richiesta etc…)

Un’attività più articolata di brainstorming potrebbe prevedere, ad esempio, due momenti. Un primo intervento a gruppi, in cui ciascuno liberamente condivide le proprie idee e valutazioni, e un momento successivo di condivisione generale.

Idee per esercizi di brainstorming:

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Il public speaking

Il public speaking, o la capacità di esprimersi efficacemente in pubblico, è un’abilità essenziale per molte professioni e situazioni personali. Infatti, la capacità di esprimersi in modo chiaro e persuasivo è un requisito fondamentale per molti lavori, e può anche essere utile per presentare un progetto scolastico o un’idea in un dibattito.

Esercitare il public speaking non equivale a leggere un discorso o recitarlo a memoria, perché bisogna sempre tenere in considerazione gli altri, il pubblico, e prestare attenzione ai loro feedback.

Insegnare il public speaking in classe può avvenire attraverso diverse modalità didattiche, come esposizioni orali, presentazioni di progetti, discussioni di argomenti o debate. E’ importante incoraggiare gli studenti a preparare le loro presentazioni con cura e fornire loro feedback costruttivi sulla loro performance.

In un mondo in cui la comunicazione è sempre più importante, l’insegnamento del public speaking può essere un’arma in più per i giovani per affrontare con successo la vita. Infatti,  il public speaking aiuta a sviluppare fiducia in se stessi e affina la capacità di comunicazione, utile in molte situazioni.

In particolare nell’ambito scolastico l’arte del public speaking può essere utilizzata in lezioni di storia e filosofia per esporre argomenti complessi in modo persuasivo e coinvolgente. Inoltre, si può stimolare la partecipazione attiva degli studenti in dibattiti e discussioni.

Gli elementi fondamentali del public speaking sono:

  • La preparazione: pianificare il discorso in modo da avere una struttura logica e coerente.
  • La conoscenza del pubblico: capire le esigenze, gli interessi del pubblico e l’obiettivo del discorso, per adattare il discorso al contesto.
  • La comunicazione efficace: utilizzare un linguaggio semplice e comprensibile, adatto al nostro obiettivo, sottolineando i punti importanti e utilizzando esempi e storie per rendere il discorso più interessante.

Public speaking

Per presentare un buon discorso pubblico, è necessario prestare attenzione ad alcuni elementi.

Preparazione del discorso

Per ottenere un discorso efficace, pianifica la struttura, scrivi e rivedi il contenuto con un linguaggio chiaro, semplice e concreto. Il discorso deve essere lineare e coerente, procedere dal semplice al complesso e includere un gancio accattivante all’inizio, una conclusione con un riepilogo e una frase memorabile. Durante il discorso, utilizza accorgimenti per mantenere l’attenzione del pubblico, come l’umorismo o aneddoti personali.
Per preparare un discorso efficace è necessario conoscere il tema, il pubblico, il contesto e l’obiettivo.

Preparazione dei materiali

Se permesso, preparare un supporto multimediale è utile (qui ci sono alcune indicazioni specifiche). Avere materiali sufficienti garantisce una maggiore tranquillità durante la presentazione. Tuttavia, è importante evitare la confusione. 

Conoscere il pubblico

Per adattare il discorso alle circostanze, è importante comprendere le esigenze, gli interessi e le aspettative del pubblico. Un discorso per un pubblico specialistico, ad esempio, differirà da quello per un pubblico eterogeneo, così come una conferenza richiederà uno speech diverso rispetto a un comizio.

Conoscere l’obiettivo

Per preparare un discorso efficace, è importante comprendere il proprio obiettivo. I discorsi pubblici possono avere scopi diversi, tra cui: convincere il pubblico di una tesi, informare sulle situazioni e decisioni, insegnare concetti e abilità, o indurre all’azione. Per ciascuno di questi scopi, sarà necessario adottare un approccio specifico.

  • Il public speaking per informare mira a trasmettere informazioni accurate e complete al pubblico. L’obiettivo è quello di aiutare le persone a capire meglio un argomento o una situazione.

  • Il public speaking per convincere ha l’obiettivo di persuadere il pubblico a prendere una determinata posizione o a intraprendere un’azione specifica. Il relatore utilizza argomenti, esempi e statistiche per sostenere la propria posizione e convincere il pubblico a condividerla.

  • Il public speaking orientato all’azione mira a motivare il pubblico a intraprendere un’azione specifica, ad esempio partecipare a una campagna o acquistare un prodotto. Il relatore utilizza una combinazione di informazioni e persuasione per convincere il pubblico a intraprendere l’azione desiderata.

Conoscere il contesto

Per fare un discorso efficace, è importante considerare non solo il tema, il pubblico e l’obiettivo, ma anche il contesto in cui si terrà. Il contesto ci fornisce informazioni sulle tempistiche, lo svolgimento dell’evento, la soglia di attenzione del pubblico e i possibili imprevisti, che ci aiutano a comprendere meglio come strutturare il nostro discorso e a renderlo più coerente ed efficace.

Reharsal

Per aumentare la confidenza e il controllo durante un discorso, bisogna provare e ripetere ad alta voce davanti allo specchio.

Gestione della scena

Per una presentazione efficace, è importante mantenere un contatto visivo con il pubblico, fissando ogni zona per 2-3 secondi. Durante la presentazione, è opportuno usare pause e variare l’intonazione per mantenere l’attenzione del pubblico e rendere il discorso più interessante. Inoltre, è consigliabile posizionarsi al centro della scena, muoversi con sicurezza e mantenere una postura aperta ed equilibrata. La gestualità deve essere controllata, usando gesti semplici e definiti per dare risalto al discorso e coinvolgendo tutto il corpo, non solo le mani. Infine, è importante curare l’immagine e l’abbigliamento e sorridere in modo naturale per trasmettere sicurezza e professionalità.

Interazione col pubblico

Per comunicare efficacemente con il pubblico, è importante inviare segnali di feedback attraverso la postura e i gesti. Durante l’interazione con il pubblico, è importante stabilire e comunicare se e quando saranno accettate le domande. Prima di rispondere a una domanda, è utile riformularla per assicurarsi di aver compreso correttamente il quesito. Durante la risposta, è importante evitare di polemizzare, fare comunella o criticare gli interventi degli altri, invece è consigliabile ringraziare sempre. La risposta deve essere chiara e se non si conosce la risposta, è importante dichiararlo apertamente.

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Peer education e peer tutoring

La peer education e il peer tutoring sono metodologie didattiche e educative basate sull’apprendimento tra pari, fondato sulla reciprocità. Nonostante i nomi stranieri e il rilievo che tali metodologie hanno assunto negli ultimi anni, la peer education e il peer tutoring sono pratiche molto antiche, con cui gli insegnanti e gli studenti sono già entrati in contatto. Nello specifico, nella peer education, gli studenti diventano gli insegnanti e condividono le loro conoscenze con i loro coetanei. In questo modo, gli studenti non solo imparano dai loro insegnanti, ma anche dagli altri studenti. Il peer tutoring, invece, è una forma di insegnamento a coppie in cui uno studente, il tutor, aiuta un altro studente, il tutee, nella comprensione di uno o più argomenti specifici.

Peer education e peer tutoring

Entrambi i metodi si sono dimostrati efficaci nel migliorare l’apprendimento, accrescere la motivazione degli studenti e aumentare la loro autostima.

La peer education incoraggia gli studenti a diventare attivi nell’apprendimento, aumentando la loro partecipazione e anche il loro senso di responsabilità. Inoltre, gli studenti che sono stati coinvolti nella peer education spesso raggiungono livelli di prestazione più elevati.

Il peer tutoring, invece, può aiutare gli studenti a superare le difficoltà specifiche che incontrano con un argomento. In aggiunta, il tutor impara anche mentre insegna, poiché spesso deve riformulare la conoscenza in modo da renderla comprensibile per il tutee. Inoltre, l’apprendimento a coppie può incoraggiare la discussione e il dialogo, aumentando l’apprendimento attivo.

In entrambi i metodi, gli studenti imparano dai loro pari in un ambiente sicuro e non giudicante. Ciò può aiutare a costruire la fiducia degli studenti nella loro capacità di imparare e incoraggiare una maggiore partecipazione alla classe. Inoltre, grazie a queste pratiche gli studenti possono anche sviluppare abilità sociali e di leadership.

Utilizzare queste metodologie didattiche e educative con consapevolezza può aiutare a migliorare sia l’apprendimento che la formazione umana e personale degli studenti.

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Il service learning

Il service learning è una metodologia didattica e educativa che combina l’apprendimento teorico con l’esperienza pratica, attraverso attività di servizio comunitario. Questo metodo consente agli studenti di mettere in pratica ciò che hanno imparato in classe, sviluppando competenze trasversali come la capacità di lavorare in team, la creatività e la capacità di problem solving.

Service learning

Il service learning può anche essere utilizzato per insegnare agli studenti l’importanza della cittadinanza attiva e della partecipazione alla vita della comunità. Attraverso il servizio comunitario, gli studenti possono scoprire come la loro azione può avere un impatto positivo sulla società e sulla loro comunità, incoraggiandoli a diventare cittadini attivi e responsabili.

Insegnare storia e filosofia attraverso il service learning può essere molto efficace perché permette agli studenti di immergersi in un contesto reale e di vedere come i concetti studiati si applichino alla vita quotidiana. Ad esempio, gli studenti di storia possono partecipare a progetti di conservazione dei siti storici locali o a ricerche sulla storia della loro comunità, mentre gli studenti di filosofia possono partecipare a progetti di volontariato che li aiutino a comprendere meglio i concetti di etica e di responsabilità sociale.

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Problem solving, pensiero laterale e pensiero critico

Il problem solving, oltre a essere una capacità, è una vera e propria metodologia didattica che insegna a risolvere problemi attraverso il pensiero critico, la logica, l’analisi, la sintesi, la creatività e la collaborazione efficace e proficua. Con il problem solving, gli studenti vengono esposti a problemi reali o a situazioni di simulazione che richiedono interventi complessi per essere risolte. Gli studenti devono analizzare i dati a disposizione, generare e valutare le possibili soluzioni e scegliere quella più adatta al contesto.
L’esercizio del problem solving richiede uno spirito critico, una mente aperta soluzioni imprevedibili, il pensiero laterale, la capacità di pensare in modo creativo e una buona dose di perseveranza.

Problem solving

Il problem solving, il pensiero laterale e il pensiero critico sono tre abilità chiave che ci aiutano a risolvere i problemi in modo efficiente ed efficace e che possono essere sviluppate nella didattica.

Pensiero laterale

Il pensiero laterale, il pensare fuori dagli schemi, è un metodo che consiste nell’osservare il problema da angolazioni diverse e trovare soluzioni inaspettate, attraverso idee nuove e innovative. Il pensiero laterale è particolarmente utile per risolvere problemi complessi o per creare nuove opportunità di riuscita.

Pensiero critico

Il pensiero critico, infine, ci aiuta a valutare la validità e l’affidabilità delle informazioni a disposizione. Il pensiero critico consiste nell’analizzare i dati con logica e obiettività, verificando fonti e valutando eventuali bias. Il pensiero critico è essenziale per prendere decisioni informate e per evitare di cadere in trappole cognitive.

Problem solving, pensiero laterale e pensiero critico nello studio della storia e della filosofia

Il problem solving, il pensiero laterale e il pensiero critico sono abilità estremamente importanti nello studio della storia e della filosofia.

Per quanto riguarda lo studio della storia, il problem solving è essenziale per comprendere e interpretare gli eventi del passato. Gli storici devono essere in grado di analizzare le fonti, identificare problemi e trovare soluzioni per comprendere meglio il contesto. Il pensiero laterale, inoltre, aiuta a guardare gli eventi storici da prospettive diverse, apportando nuove interpretazioni e comprendendo meglio la complessità degli eventi. Infine, il pensiero critico permette di valutare la validità e l’affidabilità delle fonti storiche ed evitare di cadere in trappole cognitive come il presentismo.

Per quanto riguarda lo studio della filosofia, invece, il problem solving e il pensiero critico permettono di analizzare i problemi filosofici e valutare le argomentazioni. Chi studia filosofia deve essere in grado di identificare le debolezze e le fallacie nelle argomentazioni e trovare argomenti forti per le varie questioni. Il pensiero laterale, infine, aiuta a considerare differenti prospettive, generare idee nuove e originali, e osservare complessità dei problemi filosofici in modo dinamico.

Esercizi possibili di sviluppo e rinforzo

Il problem solving, il pensiero laterale e il pensiero critico si possono sviluppare e rinforzare attraverso alcuni esercizi.

Per il problem solving possiamo utilizzare i seguenti:

  • Analisi del testo: somministrare agli studenti un testo complesso e chiedere loro di estrapolare i concetti principali, identificare i punti di forza e di debolezza dell’argomentazione, e formulare domande critiche sul contenuto.
     
  • Studio di un caso: presentare agli studenti un caso di storia o filosofia complesso e chiedere loro di formulare delle ipotesi, identificare le fonti e le informazioni pertinenti, e sviluppare una soluzione plausibile.
     
  • Discussione di gruppo: organizzare una discussione di gruppo su un tema specifico, fornendo agli studenti un set di informazioni incompleto o ambiguo, in modo che devono fare affidamento sulla loro capacità di risolvere problemi per sviluppare una risposta coerente e giustificabile.

I seguenti esercizi, invece, possono essere usati per il pensiero laterale:

  • Scrittura creativa: chiedere agli studenti di scrivere una storia alternativa, un finale alternativo o una soluzione alternativa a un problema storico o filosofico.
     
  • Analisi di immagini: presentare agli studenti una serie di immagini che rappresentano concetti storici o filosofici e chiedere loro di estrarre informazioni, idee e concetti nascosti o impliciti.
     
  • Analisi del linguaggio: presentare agli studenti una citazione famosa o un testo complesso e chiedere loro di trovare significati alternativi o interpretazioni divergenti.
     
  • Attività di brainstorming: fornire agli studenti un tema filosofico o storico e chiedere di generare il maggior numero possibile di idee e argomenti relativi al tema. Questo esercizio aiuta gli studenti a sviluppare la loro creatività e a esplorare diversi punti di vista su un argomento.

Per il pensiero critico possiamo utilizzare i seguenti:

  • Analisi delle fonti: chiedere agli studenti di esaminare e valutare le fonti che si riferiscono a un evento o un concetto storico o filosofico, per identificare le opinioni, i pregiudizi e le limitazioni.
     
  • Analisi delle argomentazioni: chiedere agli studenti di esaminare e valutare l’argomentazione di un testo storico o filosofico, per identificare le affermazioni, le premesse e le conclusioni, e valutarne la coerenza e la plausibilità.
     
  • Esame delle implicazioni: chiedere agli studenti di esaminare e valutare le implicazioni di un’idea o un evento storico o filosofico, per identificare le conseguenze a breve e lungo termine, e valutarne la rilevanza e l’importanza.
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Insegnare giocando: la didattica ludica

Il gioco è un’attività molto seria: con regole, tempi, ruoli, strumenti, dove si affrontano il caso o l’astuzia, in cui si vince o si perde. Il gioco è anche un’attività che affonda le sue radici nella parte più profonda del nostro cervello, come hanno riconosciuto alcuni neurobiologi, e che condividiamo con gli animali.

Gamification e serious game

Il gioco è di per sé educativo, perché è attraverso il gioco che i bambini imparano l’interazione, sviluppano l’immaginazione, apprendono regole di comportamento, migliorano le proprie capacità e conoscenze. Nel gioco, quando è preso sul serio, si viene coinvolti ed è questo coinvolgimento a renderlo uno strumento potente. Innanzitutto, per comprendere noi stessi e gli altri.

Gamification e serious game

Il grande potenziale del gioco viene sempre più utilizzato nell’ambito dell’apprendimento, proprio per aiutare le persone a mettere in campo diverse capacità. Molte aziende utilizzano i giochi per creare gruppo o per sviluppare l’attenzione su alcuni dettagli e anche in ambito scolastico l’aspetto ludico sta prendendo sempre più piede.

Tre sono le strade più percorse:

  • la gamification 
  • i serious game
  • i giochi di ruolo

Gamification

Con gamification si intende l’applicazione di aspetti del gioco ad ambiti non ludici. Fanno parte della gamification i cruciverba didattici, i quiz, escape room ecc… Benché, quindi, ci sia l’aspetto ludico, con la gamification è chiaro l’obiettivo di rendere più coinvolgente qualcosa che per sua natura non lo è o non viene percepito come tale. La gamification ha sicuramente una sua efficacia ed è fondamentale nell’e-learning, aiutando gli utenti a essere più attivi.

Serious game

I serious game sono, invece, dei veri e propri giochi che offrono, però, una esperienza formativa. In questi giochi è possibile sperimentare situazioni, reagire a determinati contesti e imparare facendo (learning by doing), il tutto in un ambiente controllato e protetto, dove l’errore insegna quanto un’azione corretta. 

Giochi di ruolo

I giochi di ruolo, infine, sono una forma di intrattenimento in cui i giocatori assumono i ruoli di personaggi immaginari e interagiscono tra loro per raccontare una storia. I giochi di ruolo sono molto importanti per sviluppare l’empatia e la comprensione delle emozioni. I giochi di ruolo, però, non vanno confusi con l’impresa simulata, che è un’attività specificamente didattica.


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