FAD (Formazione a distanza) – La mia esperienza

Mi sveglio presto, preparo il caffè, mi faccio la doccia e mi metto al lavoro. Nonostante la chiusura delle scuole, non ho voluto perdere il ritmo e ho cercato di reagire analizzando prima la situazione e poi mettere in atto un metodo che fosse efficace.
L’insegnamento a distanza (o FAD, formazione a distanza) è in parte diverso dall’insegnare in classe, ha le sue caratteristiche specifiche e può essere declinato in vari modi.

Ho insegnato italiano agli stranieri online per diverso tempo e so perfettamente che i problemi di una didattica a distanza sono soprattutto il coinvolgimento e l’efficacia. Sperando che gli strumenti e la connessione non diano mai problemi.
Quando si parla di formazione a distanza (FAD) è importante tenere presenti, quindi, sia l’aspetto didattico che quello pedagogico.

L’aspetto pedagogico della FAD

L’insegnamento nasce da una relazione e si nutre di relazioni tra studenti e insegnanti. Diventa, pertanto, fondamentale trovare il modo di coinvolgere gli studenti, anche emotivamente, per superare la barriera dello schermo, della connessione, della webcam e degli audio, a volte tenuti spenti per non appesantire la connessione. Se per un adolescente è già difficile seguire una didattica online, lo è ancora di più in un contesto di isolamento, dove vengono meno la socialità e la vicinanza umana con gli insegnanti e con i compagni.

Tomas Cipriani - FAD

Oltre ad aver immediatamente attivato le lezioni online, con la scuola abbiamo cercato di realizzare attività extrascolastiche che fossero da stimolo e da supporto per gli studenti: rassegna stampa, club di lettura, cineforum settimanale e anche un gruppo di giochi di società. Le attività extrascolastiche non hanno tanto il compito di riempire la giornata, quanto quello di offrire momenti di riflessione, di stimolo e di vicinanza.
In questo modo, diversificando attività, materiali, lezioni e incontri si è cercato di sviluppare le competenze e accrescere le conoscenze dei nostri studenti.

L’aspetto didattico della FAD

Per quanto riguarda l’aspetto più strettamente didattico, la didattica a distanza ha le sue opportunità e i suoi limiti. Innanzitutto, non si possono tenere gli studenti 6-8 ore davanti a uno schermo, quindi è necessario bilanciare le ore online con alcune attività da svolgere offline. In secondo luogo, uno studente che è costretto, per motivi di connessione, a tenere audio e video disattivati è più facile che si distragga, a meno che non sia fortemente motivato.

Far sentire altre voci

Per tenere alta la motivazione, generare interesse, approfondire temi e stimolare discussioni ho chiesto la collaborazione di alcuni esperti e diversi docenti universitari. Prima di ogni incontro insieme con i colleghi abbiamo introdotto l’argomento e gli studenti hanno ricevuto del materiale che li preparasse. Dopo l’incontro, poi, ci sono sempre stati  momenti di riflessione e restituzione. L’idea è quella di inserire sempre questi interventi in un contesto didattico più ampio.

Incontri - FAD

Diversificare le attività

Ho cercato di variare le attività da svolgere offline: oltre alle classiche presentazioni, comprensioni del testo, realizzazioni di mappe concettuali e letture in autonomia ho realizzato personalmente alcuni video, quiz, cruciverba didattici e anche escape room virtuali. In questo modo potevo monitorare la costanza del lavoro degli studenti senza cadere nella monotonia che riduce, ovviamente, l’attenzione.

Attività didattiche

Utilizzare i social

Infine, un altro canale che ho utilizzato è quello dei social network. Dato che molti studenti utilizzano Instagram, mi son servito di questo social per creare quiz, generare discussioni su alcuni dilemmi filosofici e condividere letture e citazioni. Gli studenti hanno partecipato a molte iniziative in maniera autonoma e, in questo modo, hanno potuto sperimentare anche altri modi di utilizzare social e internet.

Tomas Cipriani - Instagram

La valutazione

Infine, la valutazione: insegnando storia e filosofia, oltre a comprensioni di testo ed elaborati da consegnare, ho incentrato i momenti della valutazione in discussioni online, con webcam e microfoni attivi. Ho così dato agli studenti l’opportunità di gestire, in alcuni casi, le tempistiche delle varie verifiche e arrivare a risultati che, in alcuni casi, sono stati più che accettabili. Educare e formare significa solo in parte – e nemmeno la più importante – valutare e per questo, benché abbia preteso serietà da parte degli studenti, mi son rifiutato di vivere la valutazione come un’ossessione.

Registro di classe

Le mie considerazioni

Preparare le lezioni, intervenire online, interrogare, preparare materiali e attività, organizzare gli incontri, comunicare con i genitori, mandare i report alla scuola, fermarsi a parlare con alcuni ragazzi che più hanno bisogno di motivazione… tutto questo, ovviamente, aumenta di molto il carico del lavoro. A volte, tra e-mail e messaggi sembra non ci sia possibilità di staccare.

D’altro canto, però, in una situazione straordinaria non si può agire in modo ordinario. I ragazzi e i genitori hanno spesso reagito bene e hanno saputo valutare il lavoro e la fatica nel gestire tutto e per un insegnante questo è ciò che più ripaga.
Devo, poi, riconoscere che ho la fortuna di lavorare per una scuola che mi ha sempre dato pieno supporto e libertà e ho colleghi con cui sono riuscito a lavorare in modo proficuo e  che hanno reso il carico più leggero e la FAD più stimolante, per gli studenti e per me.

La scuola può diventare veramente di tutti, portando avanti anche chi ha potenzialità che si esprimono in forme diverse dai canoni didattici consolidati. L’attenzione e, in alcuni casi l’entusiasmo, che la nuova didattica ha suscitato può servire da monito per far sì che anche in condizioni di normalità si possano superare le abitudini didattiche consolidate e utilizzare nuovi strumenti e metodi.

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