Didattica e divulgazione

Si può parlare di un tema in vari modi: come un appassionato, come un neofita, come un insegnante e come un divulgatore. Questi ultimi due aspetti, quello della didattica e quello della divulgazione, sono spesso confusi. Tuttavia, didattica e divulgazione sono due discipline che hanno scopi simili ma metodologie e competenze diverse.

Didattica e divulgazione

Didattica

La didattica è la tecnica e la scienza di insegnare e si concentra sull’apprendimento degli studenti. Chi fa didattica deve avere una solida conoscenza della materia che insegna, nonché competenze pedagogiche e metodologiche per progettare e implementare lezioni efficaci, abilità nell’uso degli strumenti propri della disciplina e capacità nel valutare il progresso degli studenti.

Fare didattica della storia o della filosofia significa insegnare la storia agli studenti in un contesto educativo. Ciò implica la preparazione di lezioni e attività che aiutino  gli studenti a comprendere in storia, ad esempio, gli eventi del passato e a relazionarli con il presente e in filosofia a comprendere i concetti e le idee dei filosofi, a riflettere sui problemi esistenziali e morali e a relazionare la filosofia con il presente, sviluppando una competenza, il cui progresso può essere valutato. 

Divulgazione

La divulgazione, invece, è il processo di rendere accessibili a un pubblico ampio le conoscenze scientifiche e tecniche. Anche un divulgatore deve avere una conoscenza approfondita della materia di cui parla, ma deve, innanzitutto, essere in grado di comunicare in modo chiaro e accattivante per il suo pubblico, utilizzando anche elementi di narrativa e multimedialità. Ciò può avvenire attraverso la scrittura di libri, articoli, programmi televisivi, podcast, siti web, ecc…
Un divulgatore non è necessario che conosca le varie metodologia didattiche, la finalità educativa dell’insegnamento della disciplina e capacità nel valutare i progressi raggiunti dagli studenti.

Confronto tra didattica e divulgazione

Sia la didattica che la divulgazione hanno lo scopo di trasmettere conoscenza, ma mentre la didattica si concentra sull’apprendimento degli studenti e nello sviluppo delle competenze propria della disciplina, la divulgazione si concentra sulla trasmissione dell’informazione a un pubblico più vasto. Inoltre, mentre la didattica si svolge principalmente in un contesto educativo, la divulgazione può avvenire in vari contesti, come musei, conferenze, programmi televisivi e siti web.

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Debate: l’arte di vincere con le parole

Il debate è una metodologia didattica efficace per sviluppare competenze trasversali come il pensiero critico e la comunicazione. Si tratta di una discussione formale tra due squadre, ciascuna delle quali sostiene un’affermazione data, schierandosi apertamente per o contro di essa.

Debate

A differenza di una discussione libera, in un dibattito la domanda attorno alla quale si ragiona è chiusa e richiede di schierarsi apertamente. Il debate prevede la presenza di un moderatore e di un timekeeper e i debater devono documentarsi, suddividersi i compiti, prevedere una strategia di interventi, formarsi un’opinione e difenderla.

Il debate ha una funzione educativa importante poiché permette di sviluppare la flessibilità mentale e l’apertura alle visioni degli altri. Il debate non è semplicemente public speaking, perché quest’ultimo è centrato sull’individuo mentre il debate è un lavoro di squadra. Inoltre, essendo un lavoro di squadra, il debate obbliga gli studenti a motivare le proprie opinioni attraverso l’osservazione e l’analisi, sviluppando il senso critico. 

Debate

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La lezione segmentata (chunked lesson)

La lezione segmentata (chunked lesson) è una modalità didattica sviluppatasi negli ultimi anni. Per un video esplicativo si può guardare il video della Zanichelli.

Il segmento

Il primo a utilizzare il termine chunk è stato lo psicologo A. Miller in un articolo del 1956. Nel 2016 Richard M. Felder e Rebecca Brent, esperti di insegnamento, definiscono tale termine in questo modo: “una serie di informazioni che la nostra mente può percepire come una singola unità”. Pertanto, possiamo vedere la segmentazione come una tecnica di scomposizione in parti più piccole di un contenuto.

La lezione segmentata

L’idea della lezione segmentata nasce in seguito ad alcuni studi del 1996 compiuti da Joan Middendorf e Alan Kalis. Tali studi hanno dimostrato il calo drastico dell’attenzione da parte degli studenti in una normale lezione frontale con la conseguente riduzione di memorizzazione e comprensione degli argomenti trattati.
I due studiosi hanno proposto, pertanto, di variare e frammentare la lezione in segmenti da 10 minuti, alternando spiegazioni ad attività che permettessero di rielaborare e applicare le conoscenze acquisite.
Studi più recenti hanno dimostrato una certa efficacia di tale modalità didattica nel tenere viva l’attenzione.

La struttura della lezione

Premettendo che variare è la modalità più efficace per tenere viva l’attenzione e generare interesse, possiamo pensare a una struttura di questo tipo (per 55 minuti di lezione):

5 min. – Richiamo delle preconoscenze sull’argomento che stiamo per trattare;
10 min. – Lezione diretta di un buon livello (come se parlassimo ai più bravi della classe);
10 min. – Attività con studenti divisi in gruppi. La suddivisione in gruppi permette il confronto tra pari: gli studenti potranno chiarire i propri dubbi chiedendo ai compagni (peer tutoring).
5 min. – Restituzione collettiva
10 min. – Nuova lezione diretta
5 min. – Nuova attività
10 min. – Restituzione e conclusione collettiva

Chunked lesson - Lezione segmentata

Importante, sia tra le attività che nella lezione diretta, è l’uso di materiali multimediali: slide, video, bacheche virtuali, creazione di fogli virtuali in modalità wiki ecc.. Tutto questo sempre nell’ottica di rendere a lezione il più efficace possibile.

Le attività

Le attività da proporre possono essere le più varie: creazione di mappe, riassunti, schemi, formulazione di domande, lettura e analisi del materiale di approfondimento ecc…
Ogni attività andrà pianificata con l’obiettivo specifico di sviluppare determinate competenze.

Osservazioni finali

La lezione segmentata è uno strumento efficace ma, come tutti gli strumenti, richiede del tempo per essere utilizzata con dimestichezza. La chunked lesson necessita di una programmazione dettagliata, anche se non eccessivamente rigida, di continue variazioni e, soprattutto, deve modellarsi sulla classe ed essere utili anche a quegli studenti che presentano disturbi nell’apprendimento. Obiettivi non facili, specialmente per il tempo richiesto, ma nell’ottica del miglioramento offrono una buona strategia.


Bibliografia e sitografia:

La lezione segmentata – Corso Zanichelli

A. Miller, The Magical Number Seven, Plus or Minus Two: Some Limits on Our Capacity for Processing Information, in «The Psychological Review», 1956, vol. 63.

Chunking – A Teaching Technique (video)

Educational Innovation, Small changes in teaching: the first 5 minutes of class, The University of Sydney, 9 aprile 2016

Danny Lyu, Chunking your class – lessons we learnt from observing other lecturers, The University of Sydney, 19 settembre 2016

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