Melanie Klein è stata una psicoanalista austriaca che ha lasciato un’impronta duratura nella storia della psicoanalisi. Con le sue teorie sullo sviluppo infantile e la psicologia del profondo, ha dato un contributo unico alla comprensione delle emozioni e dei conflitti inconsci nello sviluppo psicologico. La sua teoria dell’identificazione parziale e delle posizioni paranoiche e depressive ha fornito una nuova prospettiva per comprendere i disturbi mentali e le relazioni interpersonali. La sua tecnica clinica innovativa, basata sull’interpretazione delle fantasie e delle emozioni inconsce, ha aiutato molti pazienti a superare i loro disturbi.
Emozioni, sentimenti, pulsioni e istinti
Quando si parla di emozioni e sentimenti capita spesso che non ci si intenda perché, per quanto crediamo di sapere cosa siano, non ci è sempre chiaro come definirli e circoscriverli. Succede, poi, che introducendo termini come pulsioni e istinti la confusione diventi massima: perché con Darwin si parla di istinti? Cosa intende James con emozioni? Perché Freud utilizza il termine pulsioni?
Le emozioni, i sentimenti, le pulsioni e gli istinti sono tutti termini utilizzati per descrivere le risposte del nostro corpo e della nostra mente a determinati stimoli. Tuttavia, ci sono alcune sottili differenze tra questi termini che vale la pena chiarire.
Le emozioni sono stati mentali e fisiologici che accompagnano un’esperienza o un pensiero. Sono generalmente brevi e intensi, e possono essere positivi o negativi. Le emozioni sono spesso accompagnate da cambiamenti fisici, come un battito cardiaco accelerato o una sudorazione. Ad esempio, la gioia, la tristezza, la paura e la rabbia sono tutte emozioni comuni.
I sentimenti sono simili alle emozioni, ma sono meno intensi e di durata più lunga. Essi descrivono l’atteggiamento generale verso una persona, un oggetto o un evento. I sentimenti sono spesso accompagnati da pensieri e comportamenti coerenti con essi. Ad esempio, l’amore, l’odio, l’indifferenza e la gratitudine sono tutti sentimenti comuni.
Le pulsioni, invece, sono desideri o bisogni innati e universali che spingono l’individuo all’azione immediata per soddisfarle. Le pulsioni sono molto forti, spingono all’azione immediata per soddisfarle e, se non vengono soddisfatte, possono causare frustrazione e ansia. Ad esempio, la fame e la sete sono pulsioni.
Gli istinti, infine, sono comportamenti innati e automatici che si verificano in risposta a determinati stimoli. Essi sono risposte automatiche e innate a situazioni specifiche, spesso sono anche pre-programmate in base alle esperienze e all’apprendimento. Ad esempio, un neonato che succhia per nutrirsi è guidato dall’istinto di sopravvivenza.
Sigmund Freud: il padre della psicanalisi
Sigmund Freud non è stato un filosofo. Freud è stato un medico che ha dato un grande sviluppo alla psicanalisi. Eppure le sue teorie hanno avuto e hanno ancora una grande influenza sulle altre discipline e, ovviamente, anche sulla filosofia.
Studiare le teorie di Sigmund Freud in filosofia è importante perché ci offrono una prospettiva unica e profonda sulla natura umana e sulle dinamiche della mente. L’idea di Freud sull’inconscio, ad esempio, mette in discussione la nozione tradizionale di libertà e responsabilità individuale, dando origine a una nuova comprensione delle motivazioni inconsce che guidano le nostre azioni. Inoltre, le teorie di Freud sull’eros e il thanatos ci aiutano a comprendere meglio le pulsioni umane e il loro impatto sulla società. Anche le sue osservazioni sulla religione, la mitologia e la cultura ci offrono una prospettiva critica sui valori della società. Infine, le sue teorie sulla sessualità, lo sviluppo psicosessuale, il lutto e la melanconia ci offrono una comprensione particolare dell’umanità e delle sue dinamiche emotive.
Per tali ragioni, studiare Freud in filosofia ci consente di apprezzare una visione profonda e originale della natura umana e delle sue dinamiche e, al tempo stesso, ci permette di comprendere meglio noi stessi e il mondo che ci circonda.
- La vita
- Dagli studi sull’isteria alla psicoanalisi
- Le topiche
- La prima topica: conscio, inconscio e preconscio
- Le vie per accedere all’inconscio
- La seconda topica: Io, Es e Super-io
- Principio di piacere e principio di realtà
- Meccanismi di difesa
- Teoria della sessualità
- Teoria della sessualità infantile
- La concezione della civiltà: Totem e tabù e Disagio della civiltà
- La concezione della religione
- La concezione della morte: Lutto e melanconia
- La concezione della storia: Eros e Thanatos
- Test 1 – Test 2
- Bibliografia e sitografia
Charles Darwin
Charles Darwin è considerato il padre dell’evoluzionismo, offrendo un meccanismo e una teoria che sono state alla base di molte concezioni nella filosofia contemporanea.
A lungo Darwin è stato studiato solo nell’ambito della scienza naturale, ignorando sia la portata della sua teoria che le sue innumerevoli osservazioni prettamente filosofiche.
Le neuroscienze affettive: Panksepp e l’archeologia della mente
La rivoluzione scientifica portata avanti dalle neuroscienze ha a lungo ignorato le emozioni, come se esse non fossero parte della mente e del cervello. Nei suoi studi pluridecennali, Jaak Panksepp si è proposto di sopperire a tale mancanza, indagando scientificamente le emozioni nei tre aspetti coinvolti: mentale, cerebrale e comportamentale. Molti di questi risultati sono ancora oggi ignorati più per motivi culturali che per ragioni scientifiche, pur riscontrando negli ultimi anni un sempre maggiore interesse.
In queste pagine viene presentata la teoria di Panksepp così come esposta nei testi che raccolgono gran parte dei suoi risultati: Affective neuroscience (1998) e Archeologia della mente (2012); quest’ultimo scritto in collaborazione con la psicologa Lucy Biven. Diverso materiale consultato non è stato tradotto in italiano e quindi, nelle citazioni riportate, ho proceduto con una traduzione mia.
Le emozioni e i sentimenti affettivi sono generati da circuiti neurali profondi, ed evolutivamente più antichi, che condividiamo con tutti i mammiferi e con molti altri organismi. Ciò è dimostrato dalla scoperta delle strutture omologhe che danno origine a tali emozioni. Lo studio delle emozioni di base avviene con una nuova disciplina, le neuroscienze affettive, che integrano lo studio del cervello, del comportamento e della mente, in un rapporto triangolare, attraverso l’integrazione delle discipline quali la neurologia, la psicologia, la psichiatria, la sociobiologia e la filosofia, con uno studio intra-specie e in una prospettiva evolutiva. Questa disciplina, così concepita, permette anche di superare molte obiezioni legate ai limiti degli strumenti di ricerca.
Gli organismi vengono al mondo con un repertorio di comportamenti spontanei che rappresentano il bagaglio ancestrale che permette agli organismi di interagire attivamente nel proprio ambiente fin dalla nascita. È presumibile che le emozioni siano apparse, nella storia evolutiva, per permettere una migliore sopravvivenza dell’individuo e della specie. I processi emotivi, infatti, forniscono dei valori naturali interni che sono alla base delle scelte e sono determinanti nel coinvolgimento degli organismi nell’ambiente circostante e nel definire i rapporti sociali più articolati. Panksepp individua dei sistemi emotivi primordiali e questi sono: ricerca, collera, paura, desiderio sessuale, cura, sofferenza e gioco.
L’arousal di questi circuiti genera non solo tendenze ad agire ma anche degli stati affettivi. Gli affetti emotivi non vanno però confusi con gli affetti omeostatici o con gli affetti sensoriali. Gli affetti emotivi si distinguono, infatti, sia per la generazione dei sentimenti affettivi, sia per la specificità della circuiteria neurochimica. Gli affetti emotivi non sono intenzionali, non sono attitudini proposizionali e non necessitano del linguaggio. Le emozioni sono fondamentali nell’apprendimento e nella memoria ed è proprio attraverso l’interazione di questi due processi di tipo secondario che le funzioni superiori vengono plasmate, articolate e mediate in un rapporto che però è integrato, circolare e bidirezionale. Molte delle nostre competenze cerebrali originano a livello sottocorticale e vengono poi articolate nelle funzioni superiori.
La necessità di coordinazione tra le funzioni di base, omeostatiche e affettive, ha generato una mappa neurale che Panksepp chiama proto-sé; tale proto-sé, con l’emergere dei sistemi emotivi e motivazionali, si è evoluto nel sé nucleare, fortemente legato alle strutture motorie. Tale sé nucleare, interagendo con i processi di tipo secondario e le funzioni di tipo terziario, ha originato il sé ideografico, che corrisponde alla coscienza così come viene comunemente intesa. La salienza del sé, così come teorizzata da Panksepp, descrive una gradualità nell’emergere della coscienza: oltre alla coscienza cognitiva esiste una coscienza affettiva. In tal modo cambia anche il concetto di inconscio, che non è più il regno delle pulsioni represse ma il luogo dei processi non cognitivamente consci.
La mente e i sentimenti sono originati nel cervello e sono radicati nei circuiti cerebrali eppure, sottolinea Panksepp, è fondamentale non cadere in un semplice riduzionismo neurale. Egli propone, pertanto, una teoria che prova andare oltre la dicotomia monismo/dualismo, identificando questa come monismo duale.
Panksepp e le neuroscienze affettive si confrontano con differenti teorie e approcci teorici. Attraverso tali confronti è possibile sottolineare alcuni aspetti originali dei suoi studi e, allo stesso tempo, dirimere alcune questioni più problematiche. I confronti qui proposti sono quelli con William James, e la sua teoria del feedback periferico; Paul Maclean, e il cervello uno e trino; Joseph LeDoux, con i suoi importanti studi sulla paura; Edmund T. Rolls, e i suoi studi sui sensi; e, infine, Antonio Damasio. La teoria di Panksepp e quella di Damasio, in particolare, presentano al tempo stesso delle forti similitudini e delle profonde divergenze.
La teoria di Panksepp ci mostra una nuova immagine della mente e dell’uomo, dove le emozioni giocano un ruolo fondamentale e dove il regno animale può fornirci delle valide informazioni sull’essere umano aprendo, infine, nuovi orizzonti nel campo della filosofia morale e della bioetica.
Le origini del percorso
- Omologie e analogie
- Neuroscienze affettive
- La lumaca di mare e i comportamenti spontanei
- Gli strumenti di indagine
- La prospettiva evolutiva
Emozioni e affetti
- Emozioni, affetti e sentimenti
- Dal cervello alle emozioni
- Affetti emotivi, omeostatici e sensoriali
- Animali e sentimenti
- Emozioni e linguaggio
Mente e processi mentali
- La gerarchia nidifcata
- Il proto-sé e il sé nucleare
- Apprendimento e memoria
- Il sé ideografico
- Coscienza e inconscio
- Il monismo duale
Le emozioni primordiali
Panksepp a confronto