Empedocle

EmpedocleNella città di Agrigento opera un protagonista importante: Empedocle, che vive nella prima metà del V sec. a. C. Il filosofo proviene da una famiglia nobile, figlio di Metone, e sembra che abbia fondato la colonia di Turi. Empedocle, inoltre, conosce e opera nelle antiche arti mediche.

Alcuni fonti sottolineano la sua connessione con Parmenide e il rapporto tra i due filosofi si trova confermato dal fatto che anche Empedocle scrive un poema sulla natura con immagini simili a quelle di Parmenide.

Empedocle ha scritto anche tragedie e discorsi politici e viene ricordato come maestro e fondatore della retorica. Suo discepolo sarebbe stato Gorgia da Lentini che ci dice che Empedocle conosce tecniche mediche addirittura prodigiose.

Durante una stagione i venti impetuosi minacciavano di distruggere i raccolti. Empeocle suggerisce di costruire delle barriere fatte di pelle di animali da istallare lungo la cima delle colline circostanti. Passata la burrasca viene ricordato come l’uomo che ha imprigionato il vento.

Eraclide ci dice che Empedocle è riuscito a conservare il corpo senza respiro e senza pulsazioni di una donna per 30 giorni.

Una volta avrebbe detto: «gli agrigentini si godono il lusso come se dovessero morire domani, ma costruiscono palazzi come se dovessero vivere in eterno».

Anche Empedocle rifiuta il regno della città per il suo amore per la vita semplice.
Nonostante le sue origini aristocratiche le sue idee sono per la democrazia. Infatti, grazie al suo intervento riesce a evitare che l’assemblea dei mille fosse prerogativa dei ricchi. Empedocle impone lo scioglimento di questa assemblea e la sua rielezione per far eleggere anche esponenti di ceti minori.

Sulla sua morte ci sono varie testimonianze e viene così narrata:
«Invitati alcuni suoi amici tra cui Pausania, a cui sarà dedicato il poema, dopo aver compiuto dei sacrifici e dopo il convito, mentre i suoi ospiti se ne vanno a riposare sotto gli alberi della campagna vicina, Empedocle resta solo. Al mattino non lo trovano più. Empedocle si sarebbe avviato verso il monte Etna e qui giunto ai crateri di fuoco, vi si sarebbe gettato e scomparso. Questo fatto sarebbe stato confermato dall’espulsione dei suoi calzari da una delle bocce del vulcano».

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