Stoicismo

Lo stoicismo è una scuola filosofica sorta nel III secolo a.C., che ha trovato le sue radici nell’antica Grecia per poi diffondersi in modo capillare nel mondo romano. La scuola stoica ebbe origine ad Atene, fondata da Zenone di Cizio nel 300 a.C., e si sviluppò in tre diverse fasi: lo Stoicismo antico, medio e tardo. Oltre a Zenone, altri filosofi di spicco che contribuirono in maniera significativa allo sviluppo di questa corrente furono Crisippo, che ne sistematizzò la dottrina, e Seneca, Epitteto e Marco Aurelio, rappresentanti dello stoicismo romano, che ne promossero la diffusione in epoca imperiale.

Il nucleo centrale della filosofia stoica ruota attorno al concetto di “logos”, inteso come ordine razionale che governa l’universo. Gli stoici sostenevano che, conformandosi a questo ordine universale, l’individuo potesse raggiungere la virtù e, di conseguenza, la felicità.

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Aristotele

Aristotele è stato un filosofo greco antico, che è vissuto nel IV secolo a.C. È stato uno dei più grandi pensatori della storia e uno dei fondatori della filosofia occidentale, insieme al suo maestro Platone. La sua filosofia si basa sull’esperienza e sull’osservazione, e si concentra sull’analisi della realtà e sull’indagine della natura umana. La sua opera più importante è la Metafisica, in cui esplora i problemi dell’essere e della conoscenza. L’etica aristotelica si basa sul concetto di “virtù”, che consiste nell’equilibrio tra gli estremi dell’eccesso e della carenza. Nella logica, invece, il filosofo sviluppa il concetto di sillogismo, che è ancora utilizzato nella logica formale moderna.

Aristotele

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Il tempo per i greci: kronos, kairos e aion

Nelle sue Confessioni Agostino si interroga sul tempo e scrive: «Che cos’è dunque il tempo? Quando nessuno me lo chiede, lo so; ma se qualcuno me lo chiede e voglio spiegarglielo, non lo so».
Il tempo è ed è sempre stato oggetto di dibattito e di discussione. Gli antichi greci avevano, a tal proposito, diversi termini per indicare il tempo: χρόνος (chronos), καιρός (kairos), αἰών (Aion) e ἐνιαυτός (Eniautos).

Francisco de Goya - Crono divora i suoi figli

χρόνος (kronos) si riferisce al tempo cronologico e sequenziale, in una dimensione quantitativa. Kronos, per i greci, era un tempo empirico e in continuo movimento. Esiodo ce lo racconta come il più giovane dei titani che mutila il padre, dopo che questi, temendo di perdere il controllo del mondo, aveva imprigionato i figli. Tuttavia, lo stesso Crono stesso, sposandosi con Rea, avendo paura che i figli gli togliessero il potere, li divorava appena nati. Crono verrà sconfitto da Zeus e dai suoi fratelli. L’immagine è quella di un Dio potente e distruttore che, però, cede di fronte al «padre degli uomini e degli dei», custode dell’ordine del mondo e protettore della polis. Armonia, destino e civiltà sembrano quindi in grado di andare oltre il tempo.

Francesco Salviati - Kairos - Il tempo opportuno

καιρός (kairos), invece, significa “tempo nel mezzo”, cioè un momento in un periodo di tempo indeterminato nel quale qualcosa accade. Se kronos ha una dimensione quantitativa, kairos ha una natura qualitativa. Come divinità, Kairos viene rappresentato come un giovane con ali ai piedi, un lungo ciuffo di capelli sulla fronte e calvo sulla nuca. Kairos rimanda alle azioni che vanno colte tempestivamente, senza ritardi o esitazioni, come per afferrare il dio per il suo ciuffo, prima che l’occasione passi e che il dio ci sfugga definitivamente.

αἰών (Aion), poi, si riferisce al tempo eterno, «tempo trascendente e assoluto», eternità immobile e una. Aion indica successivamente il tempo eterno, sede della vita e forza vitale, legato alla durata della vita umana.

ἐνιαυτός (Eniautos), infine, originariamente indicava “un anno” e assume poi, in senso più largo, qualsiasi periodo di tempo fisso e definito.

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