La filosofia e la piazza: agorazein

Chi ha studiato filosofia conosce la vita di Socrate e del suo amore per il filosofare nella piazza, con gli altri. Non tutti, però, sanno che in greco esiste una parola che è difficilmente traducibile in italiano, se non con un giro di parole. Parliamo del termine “agorazein“.

Agorazein

La parola “agorazein” deriva dal greco antico “agora“, che indicava la piazza o il mercato. Inizialmente, quindi, il termine “agorazein” si riferiva semplicemente all’azione dell’andare in piazza o di frequentare il mercato. Tuttavia, con il tempo, il termine è diventato più ampio e ha assunto anche un significato filosofico.

Nel pensiero greco antico, infatti, l’agora era il luogo dove si svolgevano le attività pubbliche e dove si discutevano questioni politiche e filosofiche. Di conseguenza, “agorazein” ha cominciato a significare anche il partecipare alla vita pubblica o il prendere parte al dibattito pubblico.

Nel pensiero filosofico classico, “agorazein” è spesso associato all’idea di libertà e di democrazia. Essere in grado di “agorazein” significa avere la possibilità di esprimere le proprie opinioni e di partecipare attivamente alla vita pubblica, senza essere sottomessi o intimoriti.

Inoltre, “agorazein” è anche spesso associato all’idea stessa di filosofare o di pensare in modo critico, divenendo uno dei modi in cui si esercita la filosofia: il partecipare attivamente al dibattito pubblico condividendo i propri ragionamenti.

Share

Eudaimonia e felicità

Lev Tolstoj ha scritto «Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo». Eppure, la felicità si può concepire in molti modi e ben ne erano coscienti gli antichi greci che per “felicità” utilizzavano quattro termini distinti.

Makaria (Μακαρία) – è lo stato di felicità in cui vivono gli dèi che godono dell’eternità; indica una sorta di beatitudine. Da questo termine deriva in italiano “magari!”.

Olbios (όλβιος) – è colui che, invece, dispone di tutto ciò che gli occorre per vivere.

Eutukhía (εὐτυχία) – è la condizione di chi gode di buona fortuna.

Eudaimonia (εὐδαιμονία) – da “eu” che vuol dire “bene/buono” e “daimon”. L’eudaimonia è quindi la buona riuscita del nostro daimon, quindi è la felicità di chi realizza il proprio daimon, la propria vocazione. L’eudaimonia ha, pertanto, il sigificato di autorealizzazione.

Share