In tedesco si chiama Zusammengehoerigkeitsgefühl ed è il sentimento di appartenenza ad un gruppo. Ho sentito per la prima volta questo termine quando, insieme ad un amico, mi son ritrovato ad organizzare una maratona a Berlino. Il progetto non era nato proprio come maratona. Si sa che le città cambiano a seconda dei mezzi con cui ci si muove: esistono delle città in metropolitana, delle città a piedi, delle città in taxi e delle città in auto. A entrambi piacciono molto la città a piedi e un paio di volte abbiamo camminato anche per 4-5 ore di fila, con qualche pausa caffè. Così ci siam proposti di organizzare qualcosa con più persone, anche sconosciuti. La mia idea era quella di una lunga passeggiata nelle strade di Berlino, esplorando nuovi quartieri, scoprendo caffè particolari e facendo nuove amicizie. Lui, tedesco e sportivo, ha proposto di utilizzare il percorso della maratona di Berlino, lungo 42 chilometri, perché oltre ad essere pronto e definito aveva anche il pregio di includere gran parte dei quartieri della città. Sarebbe stata una maratona a passeggio e io, che non ho mai corso una maratona, ho pensato che fosse un’idea interessante.
L’attività è stata rilanciata su alcuni social network e ha avuto subito molto successo, raccogliendo rapidamente circa 20 partecipanti. Il percorso partiva e si concludeva ad AlexanderPlatz e la partenza era prevista alle 9. Rispetto ai tedeschi partecipanti ero vestito meno sportivamente ma avevo più scorte di cibo e di acqua. Il risultato è stato sentire di più i dolori fisici ma non i crampi della fame. Condividere il cibo è stato anche un modo per iniziare a parlare con gli altri partecipanti: ho così stretto amicizia con una ragazza francese che lavorava come insegnante, con una ragazza giapponese che viveva in Germania da quando era bambina e con un ragazzo di Amburgo che lavorava nell’e-commerce. La maratona è durata poco più di 11 ore, comprese le pause per il bagno, ma il gruppo si è ristretto nel frattempo a 12-13 partecipanti. Nessun morto, solo qualche ferito.
Io non ho terminato la maratona. O meglio: non ho terminato la prima maratona. Infatti ce ne sono state altre e continuano ad essercene. Nella prima mi son rititato a ¾ del percorso, per un problema al tendine del piede destro, nella seconda ho interrotto a metà perché avevo un impegno, mentre nella terza sono riuscito ad arrivare fino alla fine ma quasi perdendo l’uso degli arti inferiori.
Molti mi hanno chiesto perché l’ho fatto. Ho risposto che una vita straordinaria è fatta di eventi fuori dall’ordinario, ma non ci ha creduto nessuno. La verità è che non lo so. Forse è vero quel che ha detto un amico di Monaco: a Berlino avete troppo tempo libero.
Citazioni a cui ho pensato mentre scrivevo:
- Prima di giudicare un uomo cammina per tre lune nelle sue scarpe. (Proverbio sioux)
- Anche un viaggio di mille miglia inizia con un passo. (Lao Tzu)