Blue Jeans – Blu di Genova

Non molti sanno che i blue jeans sono legati all’Italia, come dimostra il nome. Blue jeans infatti è la storpiatura in inglese dell’espressione “Blu di Genova” con cui veniva indicato il particolare tessuto che veniva utilizzato per coprire le merci sulle navi. In seguito questo tessuto è stato indossato dagli stessi marinai perché resistente alle intemperie.

Blu Jeans

Il termine in lingua inglese è attestato fin dal 1567. Va aggiunto che questo tessuto veniva fabbricato nella città francese di Nimes, da qui il nome Denim, anch’esso famoso.
Lo stesso Giuseppe Garibaldi indossava un paio di “genovesi” nel momento del suo sbarco a Marsala con i Mille e oggi questi pantaloni sono conservati nel museo del Risorgimento a Roma.
La grande diffusione e il successo dei jeans è dovuto però agli statunitensi. Infatti è stato Levi Strauss a creare dei jeans denim con cinque tasche e venderli soprattutto ai cercatori d’oro. E se all’inizio il jeans è per lo più un abito da lavoro, dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie al cinema e al rock’n’roll, l’indumento diventa il simbolo della ribellione giovanile fino a diventare oggetto di interesse per le stesse maison della moda.

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Elsa Schiaparelli

Elsa Schiaparelli

Elsa Schiaparelli nasce a Roma nel 1890 da una famiglia aristocratica e intellettuale del Piemonte. La famiglia Schiaparelli può contare celebri astronomi, archeologi, paleografi e lo stesso padre di Elsa è professore di lingua e letteratura araba all’Università di Roma.
Avendo un animo vivace e non potendo fare l’attrice perché considerato un mestiere povero, Elsa Schiaparelli pubblica un libro di poesie che le costa il trasferimento in un convento svizzero. In seguito si trasferisce a Londra e poi a New York dove sposa un conte che subito dopo lascia, restando sola con la figlia malata di poliomielite.
A New York però entra in contatto con l’ambiente surrealista e dadaista: Man Ray e Michel Duchamp soprattutto.
Nel 1922 si trasferisce a Parigi e qui rimane affascinata dal mondo della moda. Le sue prime creazioni avvengono nel suo appartamento, per poi investire in un vero e proprio atelier.
I suoi abiti sono in grado sia di rivolgersi al grande pubblico, sia di presentarsi come vere e proprie creazioni surrealiste. Celebri sono il suo cappello-scarpa, disegnato da Salvador Dalì, abiti in vetro e vestiti in rosa-shocking, il colore inventato dalla stessa Schiaparelli.
Contrapposta più volte alla stilista Coco Chanel, Elsa Schiaparelli ne ha sempre condiviso l’immagine di donna indipendente e libera. E nel suo caso anche artista.

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Anna Piaggi

Anna Piaggi

Anna Piaggi nasce a Milano nel 1931. Inizia la sua carriera come traduttrice di romanzi e interprete per poi dedicarsi sempre di più alla moda. Il suo matrimonio con il celebre fotografo della moda, Alfa Castaldi, e la collaborazione con lui la portano al centro di quel mondo che non aveva ancora l’importanza che ha oggi.
Grazie alla sua grande conoscenza della storia della moda, alla sua preparazione e alla sua abilità espositiva, Anna Piaggi definisce e forma il mestiere della redattrice di moda.
Con lei acquista forza ed espressione quello che viene conosciuto come Made in Italy, e sempre lei è la prima ad aprire le porte al vintage, prima ancora che nascesse questo concetto. Infatti Anna Piaggi è stata una collezionista di vestiti, arrivando a possedere migliaia di abiti, scarpe e cappelli che includevano capi d’abbigliamento degli ultimi 200 anni. Come ha scritto una volta: “spendo meno a vestirmi nelle case d’asta italiane che nelle grandi maison di Parigi”.

Ma non si limita a scrivere e collezionare, Anna Piaggi incarna la moda. Con i suoi capelli blu, il trucco bianco con le gote macchiate di rosso, il contorno occhi azzurro o nero, le labbra rosse, abiti stravaganti e cappelli eccentrici, diventa un oracolo vivente della moda, in grado di dare visibilità, linguaggio e ispirazione a molti esperti del settore. Interprete e autrice dei tempi, musa e artista per molti stilisti.

Oltre ai suoi migliaia di editoriali scritti in più di 50 anni di carriera, in vita ad Anna Piaggi vengono dedicati libri e mostre in tutto il mondo.
Una volta le hanno chiesto quale altra carriera avrebbe potuto seguire, e prontamente Anna Piaggi ha risposto: “Un nuovo tipo di regina. E’ la teoria della regalità che sogno. Amo l’atmosfera, gli abiti… non mi interessano i soldi, solo lo stile e il potere. La mia natura è sempre stata attratta dal superficiale”.

Anna Piaggi muore a Milano nel 2012.

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