Scetticismo

Nella filosofia antica, lo scetticismo è una corrente di pensiero che suggerisce di affrontare la conoscenza con prudenza e riflessione, mettendo in discussione le asserzioni delle altre correnti filosofiche dominanti dell’epoca. Questa filosofia sostiene che gli esseri umani non possono raggiungere una comprensione assoluta della realtà e che il vero segno di saggezza è accettare questa limitazione.

La critica alla filosofia

Osservando diverse filosofie che si contrappongono tra loro, ognuna delle quali afferma di detenere la verità assoluta sull’universo e di offrire un percorso verso la felicità e la pace interiore, gli scettici hanno concluso che il modo migliore per trovare la serenità mentale è attraverso una ricerca che identifica le mancanze e gli errori in tutte queste teorie. Da ciò deriva il termine “scetticismo”, che proviene dalla parola greca “sképsis”, che significa “indagine” o “ricerca”. Secondo questa corrente di pensiero, la tranquillità interiore non si ottiene aderendo a una determinata teoria filosofica, ma evitando di accettare ciecamente qualsiasi teoria.

Pace interiore

Come altre correnti filosofiche dell’epoca ellenistica, lo scetticismo vede la filosofia come uno strumento pratico, più che una semplice riflessione teorica. L’obiettivo principale è raggiungere una sorta di serenità mentale, vista come una forma di terapia per la mente e per la vita in generale. In tale ottica, la filosofia scettica si posiziona come una critica consapevole alle affermazioni infondate e dogmatiche, proponendo un rifiuto del dogmatismo. In altre parole, lo scetticismo promuove l’idea che la vera pace interiore può essere raggiunta solo attraverso la consapevolezza delle limitazioni delle affermazioni dogmatiche e, quindi, attraverso la rinuncia a tali affermazioni.

Interpretazione tradizionale e nuovi punti di vista

Lo scetticismo, nel corso del tempo, è stato semplificato e a volte male interpretato come una dottrina che nega la verità di tutto ciò che esiste, e di conseguenza, respinge ogni norma di comportamento, finendo per contraddire se stesso. Tuttavia, in realtà, gli scettici non rifiutano l’esistenza dei fenomeni in sé, ma piuttosto le teorie assolute che cercano di spiegarli. Sostengono che, mentre i fenomeni esistono, non ci possono essere interpretazioni definitive e assolute su di essi. In questo senso, lo scetticismo greco non si presenta come una credenza inconfutabile, ma piuttosto come una proposta che richiede una continua verifica attraverso un’indagine aperta e non conclusiva.

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L’ellenismo e le filosofie ellenistiche

Dopo Aristotele la filosofia cambia radicalmente, soprattutto a causa del contesto storico-politico e delle sue conseguenze in ambito culturale. La diffusione dell’ellenismo e l’ascesa di Roma segneranno una grande rivoluzione in campo filosofico.

Contesto storico-politico

L’era ellenistica, cronologicamente compresa tra il 323 a.C. (anno della morte di Alessandro Magno) e il 31 a.C. (data della battaglia di Azio), segna un periodo di profonde trasformazioni nel panorama geopolitico dell’antico mondo mediterraneo. Il vasto impero creato dalle conquiste di Alessandro si frammenta in vari regni ellenistici, tra cui spiccano la Macedonia e l’Egitto, governati da monarchie di tipo assolutistico ed orientaleggiante. In questo contesto, la polis, nucleo vitale della cultura classica greca, perde la sua centralità, cedendo il passo a un’organizzazione politica in cui il cittadino libero e attivo viene sostituito dalla figura del suddito, assoggettato a un potere centralizzato e assoluto.

Contesto culturale

Si afferma un uso generalizzato della lingua greca (koinè = una lingua comune che si sovrappone ai dialetti locali) e quindi c’è un’ampia circolazione di opere e intellettuali. Nel fervente ambiente culturale ellenistico, assistiamo a un marcato trasferimento dell’attenzione dalla comunicazione orale alla scrittura. Il libro guadagna un posto di preminenza, dando impulso allo sviluppo di biblioteche e istituti di ricerca designati come “musei”, termine derivato da “mouséion”, che indica il tempio delle Muse. Il mecenatismo dei sovrani stimola e nutre l’intellettualità, facendo emergere la figura dell’intellettuale professionista, dedito all’approfondimento e alla disseminazione del sapere, ora suddiviso in diverse branche specializzate. Si assiste, quindi, a una separazione tra scienza e filosofia, ognuna con aree di competenza ben delineate e con centri di ricerca distinti, come Atene e Alessandria d’Egitto.

Il cosmopolitismo

Sotto l’egida dell’impero, l’ellenismo promuove una visione cosmopolita, segnata da un universalismo che travalica i confini delle singole città-stato greche. Questo fenomeno incarna una sorta di “messaggio di salvezza”, portato avanti dalle diverse scuole filosofiche che, non limitandosi più all’ambito cittadino, mirano a indirizzare l’intera umanità conosciuta. Questa apertura verso l’universalità costituisce un importante tratto distintivo della filosofia ellenistica, contraddistinta da un forte grado di cosmopolitismo.

Le filosofie ellenistiche

In questo clima culturale fertile, la filosofia ellenistica prospera, divenendo un mezzo per valorizzare una nuova immagine di civiltà e quotidianità. Le classi sociali elevate trovano nella filosofia una risorsa preziosa, uno strumento capace di offrire soluzioni ai problemi esistenziali quotidiani, agendo come una forma di terapia mentale volta a indicare percorsi verso la serenità e la felicità.

Il ruolo del filosofo

Il filosofo, in questa era, assume una veste quasi sacerdotale, offrendo consolazione e orientamento nella ricerca della salvezza personale. Le diverse scuole filosofiche – cinica, stoica, epicurea e scettica – delineano percorsi distinti di liberazione da convenzioni sociali, false credenze e timori irrazionali. Questi maestri di saggezza sollecitano una adesione totale e incondizionata alle loro dottrine, proponendo un modello di vita che aspira all’elevazione morale e spirituale.

L’ascesa di Roma e il rapporto con l’ellenismo

Parallelamente, si deve menzionare l’ascesa di Roma, una potenza in rapida espansione che, pur essendo inizialmente estranea a questo contesto, inizia ad assimilare e integrare elementi della cultura ellenistica, soprattutto nel campo della filosofia e delle arti. Questa fusione culturale facilita l’irradiazione del pensiero ellenistico in un contesto più ampio, arricchendo la tradizione intellettuale romana e contribuendo a forgiare la cultura del mondo antico in un modo che avrebbe lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’umanità.

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