Coccoina

Coccoina

Coccoina è una storica marca di colla, popolarissima tra i bambini italiani prima dell’avvento del formato “stick”. Si tratta di una colla dal gradevole profumo di mandorla, venduta in un contenitore di alluminio con uno spazio per il pennellino. Inventata nel 1927 da Aldo Balma e Adrea Capoduri di Voghera (PV), la sua caratteristica è di non essere pericolosa per i bambini, perché prodotta senza solventi: è a base di destrina di fecola di patate e acqua, glicerina e profumo di mandorla. Oltre che per i lavoretti di scuola, la Coccoina è stata largamente usata dai bambini per incollare le figurine Panini dei calciatori.

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Ambaradam

Guerra in Etiopia

A volte la cultura popolare precede quella accademica. Non da molti anni c’è piena coscienza (e ci sono studi documentati e approfonditi) dei crimini dei militari italiani in Etiopia, nel corso della guerra fascista del 1935-1936, occasione in cui furono sperimentate e utilizzate armi chimiche contro anche la popolazione civile: se la classe politica democratica ha preferito non aprire quella tragica pagina della storia italiana, gli studiosi hanno dovuto aspettare l’apertura degli archivi per poter fare luce.

Una delle battaglie decisive di quella guerra fu nel febbraio 1936 sul massiccio dell’Amba Aradam. Le forze italiane, al comando del generale Pietro Badoglio, avevano già conquistato gran parte del paese, ma erano ancora impegnate nella lotta contro le truppe etiopi, guidate dall’imperatore Haile Selassie. Amba Aradam era uno dei principali obiettivi delle truppe italiane, poiché rappresentava una posizione strategica per il controllo della regione. Tuttavia, la montagna era anche nota per la sua difficile accessibilità e le sue ripide pareti rocciose, che la rendevano una fortezza naturale praticamente inespugnabile.

L’esercito italiano vinse con molte perdite (800 militari) dopo dieci giorni di conflitto, ma i morti etiopi furono ancor di più: almeno 20 mila, tra militari e civili. A causare la strage furono i gas tossici, utilizzati non solo per vincere sul campo, ma anche per indurre gli etiopi a non ribellarsi all’esercito occupante all’indomani della fine del conflitto.

Guerra in Etiopia

Tornati in patria, i militari italiani cominciarono a utilizzare l’espressione «come ad Amba Aradam» per indicare una situazione caotica. L’espressione ha avuto successo e col tempo, complice una pronuncia che risulta buffa alle orecchie di un italiano, la parola «ambaradam» si è trasformata in «caos divertente». Resta la curiosa storia di una parola che rimanda a una tragica vicenda, i cui confini si sono potuti spiegare soltanto molto tempo dopo.

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Lingua di Menelik

Tutti (o quasi) avranno avuto almeno una volta tra le mani la lingua di menelik, o menelicche. Che cos’è? È un giocattolo formato da un tubo di carta con all’interno un filo metallico: quando si soffia nel tubo questo si allunga di scatto e assomiglia ad una lingua.

Lingua di Menelik

Menelik IIPerché lingua di Menelik? C’è da sapere che il nome è legato a Menelik II, imperatore dell’Etiopia. Questo sovrano con la sua abilità diplomatica è riuscito ad ottenere l’aiuto italiano per prendere il potere. Subito dopo la sua ascesa, nel 1889, firma un accordo con l’Italia in due lingue: in italiano e in aramaico.
Solo che gli accordi non sono esattamente uguali. Nella versione italiana si dice che l’Etiopia riconosce l’Italia come paese protettore mentre nella versione in aramaico si parla dell’Italia solo come rappresentate diplomatico.

Menelik II

Per questa accusa di avere una lingua in grado di cambiare completamente forma, in epoca coloniale viene dato il suo nome a questo giocattolo che ancora oggi si chiama così.

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