Aristotele

Le scienze poietiche

Le scienze poietiche, come delineate da Aristotele, rappresentano un conglomerato di attività umane rivolte alla creazione di oggetti. Queste, tuttavia, trascendono il mero ambito tecnico per elevare a vere e proprie scienze, essendo forme di conoscenza profonda e riflessiva. Per il filosofo greco, l’arte si manifesta come una disposizione creativa che è intimamente legata alla ragione. Ciò che rende l’arte particolarmente distintiva è la sua capacità di intraprendere rievocazioni e interpretazioni di oggetti che potrebbero manifestarsi in maniere molteplici e differenti da quelle naturalmente presenti.

Questa concezione dell’arte sottolinea una distinzione cruciale tra la creazione artistica e il mondo naturale. Gli oggetti della poiesis, creati dagli uomini, possiedono una contingenza unica, nel senso che la loro esistenza dipende dalla creatività umana, contrapposta alla permanenza oggettiva della realtà naturale.

La poetica: tragedia e funzione catartica

Nel corpus aristotelico, l’arte è ampiamente discussa nella Poetica, di cui, purtroppo, ci è pervenuto solo il primo libro, focalizzato principalmente sul genere tragico. Aristotele concede all’arte una valenza positiva significativa, identificando nella creazione artistica non una mera imitazione della realtà, ma una rappresentazione delle caratteristiche universali intrinseche ad essa. Questa rappresentazione artistica assume un ruolo cruciale nel risvegliare e sollecitare le passioni negli spettatori.

Il valore aggiunto dell’arte, e in particolare della tragedia, risiede nella sua capacità di indurre una forma di catarsi, un termine che in greco (katharsis) si traduce con “purificazione”. Questa catarsi avviene attraverso un processo di oggettivazione delle passioni, permettendo allo spettatore di prendere consapevolezza delle emozioni e, in ultima analisi, liberarsene, instaurando quindi un processo di purificazione emotiva.

La retorica: arte della persuasione e razionalità

Aristotele affronta anche il tema della retorica, considerandola come l’arte della persuasione. Nella sua concezione, la retorica assume una posizione legittima tra le scienze poietiche, essendo occupata di scienze pratiche e affrontando non il necessario, ma il possibile. Essenziale è che la retorica non degeneri in una mera esercitazione persuasiva, ma debba guidarsi attraverso argomentazioni razionalmente fondate.

Nel costruire un discorso retorico, Aristotele prescrive l’uso dell’entimema, un procedimento logico che, sebbene non dimostrativo, si basa su premesse probabili e mira alla persuasione. Per essere efficace, il discorso retorico deve evitare eccessi di lunghezza, deve incorporare esempi e metafore persuasivi e deve poggiare su premesse universalmente accettate.

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