Aristotele

Confronto tra Aristotele e Platone

Aristotele e Platone delineano percorsi diversi e complementari nello studio della realtà, della conoscenza e della società. Le loro visioni, una rivolta verso l’alto, alla ricerca di verità universali e immutabili, l’altra rivolta verso il basso, alla scoperta delle verità celate nella natura delle cose stesse, hanno segnato in modo indelebile la storia della filosofia, costituendo un patrimonio inestimabile di saggezza e conoscenza, ancora oggi punto di riferimento fondamentale per la riflessione filosofica e scientifica.

Finalità e ruolo della filosofia

Platone percepisce la filosofia come un strumento essenzialmente legato al dominio politico, una chiave per realizzare il governo ottimale della città. Nella sua visione, il filosofo incarna il ruolo di un legislatore e guida sagge, una figura capace di modellare e istruire la cittadinanza verso un’illuminata convivenza civile. Così, la filosofia, per Platone, emerge come lo strumento primario per erigere una società equa e armoniosa, un pilastro fondamentale per la creazione di una città ideale.

Al contrario, Aristotele sostiene che la filosofia ha un valore intrinseco, che prescinde dalle dinamiche politiche. Per lui, il filosofo rappresenta un ricercatore, un professore e uno scienziato, che si dedica incessantemente allo studio e alla ricerca, con l’intento di espandere il patrimonio di conoscenza umana, indipendentemente da specifici interessi o finalità.

Struttura della filosofia

L’approccio filosofico di Platone è caratterizzato da un sistema aperto, che promuove una continua proposizione di problemi e soluzioni, una sorta di flusso ininterrotto di riflessione e riconsiderazione delle questioni fondamentali dell’esistenza e della conoscenza. Tale dinamicità si riflette nella sua incessante ricerca di verità trascendenti, portandolo a un interesse particolare per la matematica, scienza che lui considera come il paradigma dell’assolutezza e della precisione.

Contrastando questa visione, Aristotele propone una filosofia strutturata e sistematica, che si sviluppa in modo ordinato, perseguendo una coerente connessione tra le varie verità individuate. La sua metodologia scientifica si rivolge verso le scienze particolari, uno studio più dettagliato e approfondito delle realtà specifiche, un tentativo di comprendere il mondo attraverso l’analisi delle sue componenti individuali.

Forme e idee

Una divergenza cruciale tra i due pensatori risiede nelle critiche che Aristotele muove verso la teoria delle forme o delle idee, elemento fondamentale del pensiero platonico. Platone afferma l’esistenza di un regno separato delle idee, ove si trovano le forme perfette e immutabili di tutte le cose. Tali forme, nel pensiero platonico, fungono da modelli eterni, dando origine alle manifestazioni materiali nel mondo fisico.

Aristotele, però, contrappone a questa visione un approccio più terreno, argomentando che è improbabile che queste forme, essendo separate dalla realtà fenomenica, possano realmente influenzarla. Egli ricolloca l’essenza, l’eidos, all’interno delle cose stesse, asserendo che la verità delle cose risiede in esse e non in un dominio separato. Pertanto, Aristotele trasforma la causa e il principio delle cose in una caratteristica intrinseca alla loro sostanza materiale, offrendo una visione più concreta e immanente della realtà.

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