Aristotele

La psicologia

La prospettiva di Aristotele sul concetto dell’anima, una componente fondamentale della psicologia antica, si distingue notevolmente per la sua profondità e articolazione. Aristotele immagina l’anima come una entità indivisibile che tuttavia manifesta una pluralità di funzioni, esercitando ruoli distinti ma interconnessi nella sfera dell’essere vivente.

La sua teoria dell’anima è strutturata su tre livelli distinti ma integrati: l’anima vegetativa, l’anima sensitiva e l’anima razionale.

La prima, l’anima vegetativa, è presente in tutti gli esseri viventi, compresi i vegetali, ed è preposta alla supervisione delle funzioni basilari della vita.

Proseguendo nella scala evolutiva, incontriamo l’anima sensitiva, condivisa dagli animali e dagli esseri umani. Questa parte dell’anima è responsabile delle sensazioni, permettendo la percezione consapevole del mondo esterno. È attraverso questa che si forma una coscienza sensibile, una comprensione immediata e viscerale del mondo circostante.

Al culmine della struttura si trova l’anima razionale, una prerogativa esclusivamente umana. Attraverso questa, gli individui sono capaci di elaborare conoscenze di ordine superiore, intellegibili, non confinate al mondo sensibile. Aristotele concepisce l’intelletto come una potenzialità senza materia, una entità capace di assimilare una moltitudine di forme e conoscenze, trascendendo i limiti imposti dalla fisicità.

Il sesto senso

All’interno di questa struttura, Aristotele introduce l’idea di un sesto senso, un organo metafisico che funge da collegamento e sintesi delle informazioni captate dai cinque sensi convenzionali. Questo senso integra le diverse sensazioni in un’unica percezione coerente, facilitando così una comprensione più completa e arricchita del mondo circostante.

Le passioni e la ragione

Passando al dominio delle passioni, Aristotele propone una visione equilibrata e armoniosa. Le passioni, intese come le diverse affezioni dell’anima, non solo influenzano l’aspetto emotivo, ma manifestano anche cambiamenti fisici nel corpo. Contrariamente alla visione di Platone, che vedeva una lotta perpetua tra ragione e passioni, Aristotele sottolinea una complementarietà tra i due.

In tale sistema, le passioni non sono intrinsecamente negative, ma piuttosto elementi naturali dell’esistenza umana che necessitano di una guida razionale. La ragione, quindi, non sopprime le passioni, ma le disciplina, offrendo un equilibrio tra l’emozione e il pensiero, un percorso verso una esistenza più completa e armoniosa.

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