Concilio di Trento
Nel 1537 il papa Paolo III (della famiglia Farnese) chiede a una commissione di analizzare i motivi della crisi del cristianesimo. Nel 1545 dopo alcune pressioni dell’imperatore Carlo V convoca un concilio a Trento. Si sceglie Trento perché è in Italia ma fa parte dell’Impero. Il concilio si chiude nel 1563 con papa Pio IV.
I protestanti non partecipano e ¾ dei partecipanti sono italiani. Il concilio affronta le questioni dottrinali e disciplinari.
Questioni dottrinali
Il concilio afferma la chiusura rispetto alle interpretazioni protestanti:
– vengono riconosciuti i 7 sacramenti e viene ribadita la dottrina della transustanziazione per quanto riguarda l’eucarestia;
– la Chiesa viene vista come l’unica interprete della Bibbia;
– si sostiene che la salvezza si ottiene anche grazie alle opere e non solo per fede;
– si riafferma il culto dei santi e della Madonna.
Questioni disciplinari
Il concilio mostra una grande spinta riformatrice:
– viene ribadito l’obbligo del celibato ecclesiastico;
– si stabilisce che i vescovi devono fare visite pastorali alle parrocchie;
– il latino diventa la lingua universale
– per migliorare la preparazione degli ecclesiastici, si creano i seminari per istruire i monaci/preti e per verificare la loro vocazione
– viene istituito il catechismo e i parroci sono chiamati a insegnare la dottrina ai fedeli.