Le conseguenze sull’uomo
La selezione naturale può essere applicata anche ai comportamenti istintuali e alle facoltà mentali. Non ci sono prerogative esclusive della natura umana.
Darwin osserva le reazioni e le espressioni degli animali e arriva ad affermare che più le espressioni sono istintive, automatiche, inconsce e comuni e più devono essere profonde nel percorso evolutivo. L’istinto è una «ragione dimenticata», sedimentata dall’evoluzione.
Le emozioni scaturiscono dal corpo, quindi non sono immateriali. Le emozioni costituiscono anche la base del senso morale e delle funzioni superiori della mente. Pertanto, non esiste una dicotomia tra razionalità e mondo delle emozioni.
L’intelligenza, per Darwin, non è una facoltà astratta ma è una «modificazione dell’istinto» che rende capaci di essere flessibili nelle varie situazioni. Le intelligenze, quindi, sono diverse.
Infine, la sola differenza tra l’intelligenza e il linguaggio dell’uomo e quelli degli altri animali è una differenza di grado.
La selezione sessuale
Darwin osserva che molti caratteri si sono sviluppati negli organismi non per garantire una migliore sopravvivenza ma per garantire un maggiore accesso alla riproduzione (es: le corna dell’alce, la danza e le piume del pavone ecc…).
Quando la selezione sessuale prevale sulla selezione naturale il carattere ereditato diventa disadattativo, perché diminuisce il vantaggio nei termini di sopravvivenza.
Quindi nell’evoluzione ci sono pressioni selettive multiple.
L’altruismo
Darwin afferma che la selezione agisce solo per il bene degli individui. Quindi, come si spiega l’altruismo?
Una parte dei comportamenti altruisti si possono spiegare col vantaggio individuale (difese comuni, collaborazioni nella caccia ecc…).
Per ci casi che prevedono il sacrificio di sé o dei propri vantaggi, Darwin argomenta dicendo che la natura ha selezionato i comportamenti solidali e cooperativi perché migliorano la lotta per l’esistenza del gruppo e quindi dei singoli individui.
La religione
Darwin non si esprime pubblicamente sull’esistenza o meno di Dio. Afferma che la scienza non può né negarlo né provarlo.
Darwin osserva, però, che i sentimenti e la profondità delle emozioni che hanno i cani per i padroni o le scimmie per i guardiani ricordano il senso di devozione religiosa, che potrebbe essere di origine evolutiva e applicato a elementi astratti.