La maieutica
Con un dialogo con Teeteto, un matematico, viene alla luce la tematica della «maieutoma» (cioè del far partorire) e Socrate cita la madre che è un’allevatrice.
In Grecia le partorienti sono sotto la protezione di Artemide, divinità vergine. Di solito le allevatrici sono quelle donne che non possono dare alla luce bambini per l’età. Possono fare l’allevatrice, però, solo le donne che hanno partorito: quindi esse sono sterili ma hanno esperienza del parto. Tali donne sono importanti per la famiglia e suggeriscono i rapporti fecondi. Socrate dice: «anche io sono nella situazione simile a quella delle allevatrici, anche io faccio partire e anche io sono sterile. Aiuto a partorire se stessi. Quando mi accorgo che il mio uditore sta partorendo illusioni, falsità e menzogne, io cerco di strappare da loro queste malformazioni: anche le allevatrici sanno somministrare i farmaci» (farmakon in greco vuol dire anche veleno). Socrate aggiunge: «io non desidero insegnare alcuna dottrina, così come l’Apollo delfico e Artemide mi obbligano a fare». Parlando degli uomini che interroga afferma: «Io li aiuto a fargli partorire la loro verità».
Socrate non vuole insegnare qualcosa ma solo tirare fuori il ragionamento dagli altri. Socrate cerca di far «partorire» le idee dagli altri, così come sua madre aiutava le donne a partorire. L’arte di far partorire si chiama maieutica, quindi possiamo dire che Socrate usa la maieutica per portare le persone a tirar fuori dei ragionamenti.
La verità è una conquista personale, che ognuno fa per sé. La verità è un’avventura della mente. L’educazione migliore è l’auto-educazione, cioè l’educazione che uno fa su se stesso. Quindi la migliore educazione è l’educazione all’autonomia.