La virtù come scienza
Per i greci la virtù (in greco: aretè) è il modo migliore di essere di qualcosa (ad esempio la virtù del ghepardo è la velocità, la virtù del leone è la forza ecc…). Quando si parla di uomini la virtù è quindi «il modo migliore di essere uomo», cioè il modo migliore di comportarsi.
I greci pensavano che la virtù fosse qualcosa di “dato”, cioè si nasceva con la virtù. Per i sofisti, invece, la virtù è un valore che deve essere cercato, imparato e insegnato. Quindi per i sofisti la virtù dipende dall’educazione.
Per Socrate la virtù non può essere il seguire le abitudini e i costumi. La virtù deve essere argomentata con la ragione e deve avere una giustificazione che possiamo conoscere. Per questo Socrate dice che la virtù è ricerca e scienza. La virtù, per Socrate, è un modo di sapere, cioè un prodotto della mente. Per Socrate per essere uomini nel modo migliore bisogna riflettere e pensare. Se si pensa si può capire cosa è giusto fare. Ma Socrate non dice che così capiamo ciò che è giusto in generale ma dice che così possiamo capire se «è giusto fare questa cosa qui» o se «è giusto fare quest’altra cosa», quindi come guida nei casi particolari. Dato che Socrate non dice nello specifico cosa è giusto ma dà un’indicazione su come pensare le cose giuste, si può parlare di etica formale. Formale nel senso che ci dice che “forma” deve avere il nostro agire, ma non la “sostanza” concreta.
La virtù per Socrate può essere insegnata e comunicata a tutti. Non basta che ognuno sappia il suo mestiere (lavoro) ma deve anche sapere il mestiere di vivere.
Mentre per i sofisti esistevano diverse virtù, Socrate crede che la virtù sia unica perché tutte le virtù (coraggio, prudenza, giustizia ecc…) sono delle facce di un’unica virtù, che è conoscenza. Ma conoscenza di cosa? Socrate dice che la virtù è la scienza del bene, cioè la conoscenza di ciò che è l’uomo e di ciò che è buono per lui. Questa conoscenza da sola è sufficiente a fare il bene, e per questo con Socrate si può parlare di intellettualismo etico .
Socrate dice che i valori veri non sono legati a cose esterne come la ricchezza, la fama, la potenza, e i valori non sono legati neanche al corpo come la bellezza, la forza, la salute ecc… I valori più importanti sono quelli legati all’anima e sono i valori della conoscenza.
Socrate dice che solo l’uomo virtuoso è felice perché il non-virtuoso, che non ragiona, si abbandona agli istinti, alle passioni che con il tempo lo rendono infelice. Quindi bisogna cercare di essere indipendenti dagli istinti e dalle passioni per essere felici.
La virtù, cioè «l’arte di saper vivere», dato che l’uomo è un essere sociale, cioè che è sempre con altri uomini, diventa «l’arte di saper vivere con gli altri». La virtù diventa quindi politicità.
Socrate dice che chi fa il male lo fa solo perché non sa quale è il vero bene. Infatti ogni persona agisce pensando a ciò che per lui è bene. Quindi il male è figlio dell’ignoranza. Il bene e il male derivano dal nostro modo di ragionare. La virtù è unica.
La virtù è sempre una forma di sapere. Per essere uomini in senso autentico è necessario riflettere criticamente sull’esistenza, quindi è necessario fare filosofia. Non parla di ascetismo, non c’è la rinuncia al mondo: la ricerca attraverso la ragione dà una maggiore potenza alla propria esistenza.