Epicureismo

La filosofia come quadrifarmaco/tetrafarmaco

Nel contesto della complessa e variegata tradizione filosofica dell’antichità, emerge con particolare luminosità la concezione epicurea della filosofia come “quadrifarmaco” o “tetrafarmaco”. Questa visione peculiare, sviluppata ed espressa con chiarezza nella “Lettera a Meneceo”, delineava un approccio terapeutico alla filosofia, teso ad alleviare le principali “malattie” spirituali che affliggono l’umanità.

Liberazione dalla paura degli dei

  • Malattia: l’umanità, nel corso della sua storia, ha sviluppato una serie di credenze religiose che, secondo Epicuro, sono fonte di ansia e timore irrazionale. La paura degli dei, radicata nelle superstizioni e nei dogmi religiosi, può generare una vita di constante preoccupazione e angoscia.
  • Terapia: Epicuro propone una concezione degli dei del tutto differente: esseri beati e immortali che vivono in una dimensione separata, indifferente alle vicende umane. Attraverso la riflessione filosofica, l’individuo può emanciparsi dalle paure infondate, riconoscendo l’irrazionalità delle credenze superstiziose e godendo di una vita serena, libera dalla paura di punizioni divine.

Liberazione dalla paura della morte

  • Malattia: la morte è spesso vista come una delle più grandi preoccupazioni dell’esistenza umana. Molti temono il momento della morte e ciò che potrebbe o non potrebbe venire dopo, creando una fonte inesauribile di angoscia esistenziale.
  • Terapia: Epicuro sostiene che la morte è semplicemente l’assenza di sensazione, e quindi non dovrebbe essere temuta. Utilizzando la ragione e l’analisi filosofica, è possibile comprendere che, poiché “dove siamo noi, la morte non è presente, e dove è presente la morte, noi non siamo”, la morte non può arrecare sofferenza, garantendo così una vita libera dalla costante ansia della morte.

Dimostrazione dell’accessibilità del piacere

  • Malattia: in una società spesso concentrata sul desiderio incessante di beni materiali e piaceri effimeri, l’individuo può sentirsi schiacciato sotto il peso delle aspettative e delle pressioni sociali, incapace di raggiungere una felicità autentica.
  • Terapia: Epicuro illustra come il piacere sia accessibile attraverso la semplicità e la moderazione. Suggerisce di cercare piaceri naturali e necessari, evitando desideri vuoti e insaziabili. Un’esistenza concentrata sul piacere intellettuale e sull’autosufficienza può portare a una vita felice e appagante.

Dimostrazione della provvisorietà del dolore

  • Malattia: La paura e l’esperienza del dolore possono paralizzare gli individui, rendendoli incapaci di godere appieno della vita.
  • Terapia: Epicuro indica una via di liberazione dal dolore attraverso la comprensione della sua natura temporanea. Anche nei momenti di grande sofferenza, è possibile trovare conforto nella consapevolezza che il dolore è transitorio e che, alla fine, cederà il passo al piacere o almeno a uno stato di assenza di dolore, che Epicuro identifica come una forma di piacere. Attraverso la saggezza filosofica, è possibile navigare attraverso le tempeste della vita con equanimità e forza d’animo.
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