L’etica
Innanzitutto, è opportuno delineare con cura la concezione epicurea dell’etica, che pone al centro della vita beata il principio del piacere, percepito come l’alfa e l’omega dell’esistenza felice. Epicuro, un pensatore lucido e pragmatico, sottolinea che l’individuo dovrebbe aspirare a raggiungere un piacere stabile e duraturo, anziché inseguire fugaci gioie transitorie. Per disegnare questo cammino etico, il filosofo identifica due categorie fondamentali di piacere:
- Piacere stabile: questa forma di piacere è legata alla privazione di disagi e dolori. Si concretizza attraverso una vita temperata, dove si evita il soffrire e si tende verso una esistenza equilibrata e serena.
- Piacere in movimento: rappresenta le gioie e le delizie che emergono dalla soddisfazione dei desideri, ma è transitorio e spesso accompagnato da conseguenze negative.
La chiave per raggiungere una felicità duratura, quindi, sta nella scelta consapevole e limitata dei bisogni, puntando a una condizione di atarassia (assenza di turbamento) e aponia (assenza di dolore).
Bisogni e razionalità morale
Nel delineare la strada per una vita beata, Epicuro categorizza i bisogni umani in tre distinti gruppi, una categorizzazione che serve da guida nell’identificazione e nella selezione dei piaceri da perseguire. Ecco come il filosofo articola i diversi tipi di bisogni:
- Bisogni naturali e necessari: Questi bisogni rappresentano le esigenze fondamentali per la sopravvivenza e il benessere di un individuo. Essi includono bisogni come cibo, riparo e riposo, i quali dovrebbero essere soddisfatti per garantire una vita equilibrata.
- Esempi:
- Nutrizione adeguata: un bisogno naturale e necessario è quello di nutrirsi adeguatamente per mantenere un buon stato di salute. Il piacere connesso a questo bisogno si manifesta nel gusto e nella sazietà che derivano da un pasto nutriente.
- Riposo: un altro bisogno fondamentale è quello di avere un adeguato riposo notturno, che ci permette di recuperare le energie e mantenere una mente lucida e vigile. Il piacere qui risiede nella sensazione di freschezza e forza che segue una notte di sonno tranquillo.
- Esempi:
- Bisogni naturali e non necessari: Sono bisogni che, sebbene radicati nella natura umana, non sono essenziali per una vita felice. Essi possono includere desideri o piaceri sensuali che, pur portando gioia, non contribuiscono a una felicità stabile e duratura.
- Esempi:
- Gastronomia raffinata: sebbene il bisogno di nutrirsi sia naturale e necessario, la ricerca di cibi gourmet o piatti elaborati va oltre la semplice necessità, entrando nella categoria dei bisogni naturali ma non necessari. Il piacere qui è raffinato, legato all’estasi del palato.
- Viaggi: i viaggi, pur essendo un modo per appagare la naturale curiosità umana, non sono necessari per la sopravvivenza. Il piacere deriva dalla scoperta di nuovi luoghi e culture, arricchendo la propria esperienza di vita.
- Esempi:
- Bisogni non naturali e non necessari: Questi bisogni rappresentano le voglie superficiali e frivole che sono estranee ai requisiti fondamentali dell’esistenza umana. Essi possono portare a una spirale di insoddisfazione e turbamento, allontanando l’individuo dalla vera felicità.
- Esempi:
- Acquisizione di beni di lusso: la ricerca di beni materiali di lusso, come gioielli costosi o auto di lusso, rappresenta un bisogno non naturale e non necessario, che può generare solo un piacere effimero, spesso seguito da una sensazione di vuoto.
- Fama e riconoscimenti: l’ansia di ottenere fama o riconoscimenti sociali, purtroppo comune nella società contemporanea, è un altro esempio di bisogno non naturale e non necessario. Il piacere, in questo caso, è volatile e può portare a una spirale di insoddisfazione continua.
- Esempi:
Attraverso questa classificazione, Epicuro propone una visione etica che non incoraggia un edonismo (ricerca del piacere) sfrenato, ma piuttosto un razionalismo morale. Questa prospettiva etica enfatizza il calcolo ponderato e la scelta consapevole dei piaceri, promuovendo un’esistenza che evita gli eccessi e gli godimenti smodati, puntando invece verso una vita di saggezza e moderazione.
Per Epicuro, il cammino verso la felicità non è un percorso lasciato al caso o alla ricerca indiscriminata del piacere. Al contrario, è una via caratterizzata da una profonda comprensione dei propri bisogni e dalla capacità di fare scelte razionali e ponderate. L’individuo, pertanto, è invitato a esercitare un controllo riflessivo su se stesso, per indirizzare la propria vita verso una condizione di equilibrio e armonia, dove il piacere stabile e la serenità siano le stelle guida.
Amicizia
La concezione dell’amicizia nell’ambito dell’epicureismo si sviluppa da una prospettiva profondamente radicata nel principio dell’utile. L’amicizia, inizialmente cercata per i vantaggi che può offrire, si trasforma, con il consolidamento del legame, in un bene supremo, trascendendo gli scopi iniziali della sua genesi. Questa transizione segnala un’evoluzione nella percezione dell’amicizia, da una relazione mutuamente vantaggiosa a un valore intrinseco e insostituibile nella vita dell’individuo.
L’amicizia vera non è caratterizzata dalla continua ricerca di vantaggi personali, né dalla completa assenza di utilità intrinseca. Piuttosto, si configura come un equilibrio dinamico in cui l’utile e il bene si fondono armoniosamente. In questo scenario, l’amico autentico è colui che riesce a coniugare utilità e benevolenza, trovando un punto di incontro in cui l’uno non esclude l’altro, ma lo arricchisce e lo completa.
In questo contesto filosofico, l’amicizia rappresenta una fonte di speranza e un rifugio sicuro nei momenti di bisogno. La presenza di amici leali fornisce una rete di sostegno che può mitigare le difficoltà della vita, favorendo un’esistenza più serena e appagante. L’amicizia diventa, in questo modo, un’ancora di salvezza, una promessa di aiuto necessario, incarnando un ideale di solidarietà e fraternità tra gli esseri umani.
La costruzione di relazioni amichevoli solide e durature è intrinsecamente legata all’adozione di una condotta morale irreprensibile. La saggezza, infatti, riveste un ruolo centrale nella filosofia dell’amicizia epicurea. Il saggio, infatti, è una figura che non commette ingiustizie, mantenendo un comportamento equo e virtuoso.
Infine, l’epicureismo pone il piacere come fondamento e giustificazione della solidarietà tra gli individui. Questo principio riflette l’idea che la ricerca condivisa del piacere, inteso come assenza di dolore e turbamento, possa fungere da collante nella costruzione di relazioni amichevoli profonde e significative, promuovendo un senso di armonia e coesione sociale. Attraverso l’amicizia, gli individui possono aspirare a una vita felice e appagante, dove il piacere diventa non solo un obiettivo personale, ma un bene collettivo da perseguire insieme, nella solidarietà e nel mutuo sostegno.
Rapporto con la politica: vivi nascosto
Nel contesto dell’epicureismo, la visione della politica è profondamente intrisa di una filosofia che invita all’auto-preservazione e al distacco dalle vicende pubbliche. La massima epicurea “vivi nascosto” (in greco: láthe biósas) non è solo un invito a condurre una vita tranquilla, ma anche una guida per evitare le potenziali agitazioni che l’ingresso nella vita politica può comportare. Il saggio, quindi, opta per una posizione di neutralità e distacco, perseguendo una via che gli permetta di mantenere e salvaguardare la sua pace interiore.
La sfera politica, caratterizzata da una dinamica costantemente mutante e talvolta turbolenta, è vista come una fonte potenziale di inquietudine e disagio. L’ambizione politica, con le sue implicazioni di lotta per il potere e competizione, viene identificata come una delle principali cause di turbamento, distruggendo la tranquillità dell’animo che la filosofia epicurea aspira a preservare. Questa percezione negativa della politica emerge chiaramente dagli insegnamenti di Epicuro, che pone la ricerca della pace interiore ben al di sopra delle aspirazioni politiche.