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Tomas Cipriani

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Articolo precedente:Precedente Escape room – La Grande guerra

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tomaspaulocipriani

"La violenza non nasce solo dalla negatività, ma "La violenza non nasce solo dalla negatività, ma anche dalla positività, non solo dall’Altro o dall’Estraneo, ma anche dall’Eguale".

"La società della stanchezza" di Byung-Chul Han è un saggio interessante e attuale sulla cultura dell'iperproduzione e dell'iperconnessione nella società contemporanea. In questo libriccino, Han analizza come la pressione per raggiungere sempre più obiettivi e la costante esposizione alle richieste degli altri possano portare a un esaurimento psicologico, impedendo di trovare la felicità e la realizzazione personale. L'autore offre una critica della cultura del successo e dell'accelerazione che caratterizza la società moderna, sottolineando come questa abbia contribuito ad aumentare la solitudine e la depressione. Tuttavia, Han non si limita a descrivere i problemi della società attuale, ma propone anche possibili soluzioni per superare questo stato di stanchezza e recuperare una dimensione più autentica e significativa della vita. In particolare, l'autore suggerisce la necessità di ritrovare uno spazio per la riflessione, la contemplazione e la meditazione, di abbandonare l'individualismo e di recuperare la comunità, di riscoprire la bellezza della natura e di apprezzare l'arte. 
Il testo è ricco di spunti ma credo che un pubblico poco avvezzo alla filosofia potrebbe avere molte difficoltà a coglierne i vari concetti e significati.

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«Senza amici nessuno sceglierebbe di vivere, anch «Senza amici nessuno sceglierebbe di vivere, anche se avesse tutti gli altri beni» (tratto da Aristotele, Etica Nicomachea, VIII, 1)

#Aristotele #Etica #Morale #EticaNicomachea #Amicizia #conoscitestesso #filosofia #insegnarefilosofia #aforisma #aforismi #citazione #citazioni #citazionedelgiorno #quotesoftheday #quoteoftheday #quotestagram #quotes #filosofiamorale #morale #riflessioni #conoscenza
L'immagine che crea l'intelligenza artificiale par L'immagine che crea l'intelligenza artificiale partendo da me rappresenta ancora me? Cosa c'è del me reale in un prodotto originale?

L'intelligenza artificiale è, ormai, entrata nel quotidiano, al di là dell'ambito grafico, e tante sono le domande che possiamo ancora porci:
Quale impatto avrà l'IA sulla nostra #esistenza? L'uso dell'intelligenza artificiale potrebbe sostituire la creatività e l'ingegnosità umana? Quali saranno le #ConseguenzeSociali dell'uso dell'intelligenza artificiale sulla #disoccupazione e sull'uguaglianza economica? L'uso dell'intelligenza artificiale potrebbe portare alla perdita di controllo umano sulla #tecnologia e sull'intero sistema? Come garantire che l'intelligenza artificiale venga utilizzata in modo responsabile e non dia luogo a #discriminazioni? Quali sono i rischi e i vantaggi dell'intelligenza artificiale nel campo della #medicina e della #salute? Come cambieranno i nostri #rapporti sociali e le nostre #relazioni con l'avvento dell'intelligenza artificiale? Quali saranno le implicazioni dell'intelligenza artificiale per la #privacy e la #sicurezza delle informazioni personali? In che modo l'intelligenza artificiale cambierà la nostra comprensione del concetto di intelligenza stessa?

Ovviamente le domande le ho fatte formulare all'intelligenza artificiale perché io ero concentrato a scegliere le immagini da postare.

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"Tristezza è una parola importante per definire i "Tristezza è una parola importante per definire il mondo".
Ma il libro "Guida il tuo carro sulle ossa dei morti" di Olga Tokarczuk tutto è fuorché triste. Il testo è uno dei più belli che abbia letto recentemente, con una scrittura coinvolgente e delle osservazioni brillanti come non se ne leggono spesso.
"Le storie di vita non sono argomento di discussione".
Il romanzo racconta di una serie di omicidi, di vendette, ma anche di stelle e di dolore, in un intrecciarsi di fatti e interpretazioni.
"Aveva dalla sua parte gli angeli, a volte capita che stiano dalla parte sbagliata".
Cosa succede in questo villaggio? Che cosa c'entrano gli animali del bosco? E le costellazioni?
"Le tigri dell'ira sono più sagge dei cavalli dell'educazione".
La rabbia la fa da padrone in questo romanzo, ma è una rabbia lucida, come una sete di giustizia che si placa soltanto col sangue.
"Se osserviamo da vicino ogni frammento di istante, possiamo soffocare nel terrore. Nei nostri corpi avanza inarrestabile la decomposizione, in breve ci ammaleremo e moriremo. I nostri cari ci lasceranno, la loro memoria si disperderà nel chiasso; non resterà niente. Solo pochi vestiti nell’armadio e qualcuno in una foto, ormai irriconoscibile".
Le riflessioni, infine, sulla vita e sulla morte donano al libro una profondità che è anche un meraviglioso abisso.
"Al mondo sono caduti i petali".

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L'articolo completo si può leggere qui: https://tomascipriani.it/usare-wikipedia/
Una sitografia utile per le ricerche di storia è disponibile qui: https://tomascipriani.it/sitografiastoria/

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«Principio delle cose che sono è l'infinito, don «Principio delle cose che sono è l'infinito, donde le cose che sono hanno la generazione, e là hanno anche il dissolvimento secondo la necessità. Infatti esse pagano l'una all'altra la pena e l'espiazione dell'ingiustizia secondo l'ordine del tempo» (tratto da Anassimandro, Frammento 1)

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"Non mi era mai passato per la mente che le nostre "Non mi era mai passato per la mente che le nostre vite, che fino a quel momento erano rimaste tanto strettamente intrecciate fra di loro, potessero disfarsi e separarsi per una cosa come quella. [...] Se allora l'avessimo capito – chissà – forse ci saremmo tenuti più stretti l'uno all'altra".
La letteratura crea mondi possibili, inquietanti, forse, crudeli, a volte, ma possibili. Kazuo Ishiguro in "Non lasciarmi" ci racconta una storia di amicizia e di amore, in un mondo che forse l'amore non sa più cosa sia. La storia è quella di tre ragazzi in una realtà distopica, in cui gli esseri umani diventano carne da macello. Eppure l'umanità vien fuori nei momenti più bui e ci si chiede se debba sempre essere così.
La scrittura di Ishiguro è scorrevole ed elegante, e rimane delicata anche quando l'autore descrive scenari di desolazione. 
"Ho visto un nuovo mondo che si avvicinava a grandi passi. Più scientifico, più efficiente, certo. Più cure per le vecchie malattie. Splendido. E tuttavia un modo duro, crudele. Ho visto una ragazzina, con gli occhi chiusi, stringere al petto il vecchio mondo gentile, quello che nel suo cuore sapeva che non sarebbe durato per sempre, e lei lo teneva fra le braccia e implorava, che non la abbandonasse. [...] e ho sentito il cuore spezzarsi".

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"Merricat, disse Connie, tè e biscotti: presto vi "Merricat, disse Connie, tè e biscotti: presto vieni.
Fossi matta, sorellina, se ci vengo m'avveleni.
Merricat, disse Connie, non è ora di dormire?
In eterno, al cimitero, sottoterra giù a marcire!"

Ho letto "Abbiamo sempre vissuto nel castello", di Shirley Jackson, in una notte e per qualche momento ho creduto di averlo sognato.
Il libro è scritto in prima persona e la protagonista ci racconta di questo villaggio, con gente odiosa, e della sua vita al castello, al sicuro dal mondo esterno. Eppure, proprio in quel castello è morta tutta la sua famiglia, in circostanze drammatiche.
"I maschi del paese si mantenevano giovani spettegolando, e le femmine invecchiavano aspettando in silenzio che figli e mariti tornassero a casa, mentre una grigia stanchezza malvagia s'impossessava di loro".
Come ogni sogno che si rispetti, arriva il momento in cui tutto si fa inquietante e sfumato e il sogno si trasforma in un incubo.
“Poveri estranei” dissi “Certo hanno tutte le ragioni del mondo per avere paura”.
“Be’,” disse Constance “io ho paura dei ragni”.
“Jonas e io li terremo alla larga. Oh, Constance,” dissi “siamo così felici!”.

Una bellissima lettura!

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"Erano tutti contenti e scherzosi, non pensando ma "Erano tutti contenti e scherzosi, non pensando manco lontanamente che le gioie di questo mondo son brevi, e la fortuna gira...".Le estati insofferenti, i sinistrati, la miseria, la fame e la prevaricazione sono gli elementi di cui si serve Pier Paolo Pasolini per dipingere il quadro del dopoguerra in Italia, in cui i giovani di periferia giocano un gioco di cui non si conoscono le regole, credendo di esserne gli artefici e dimostrandosi le vittime. I protagonisti sono ragazzi mai stati bambini, la loro scuola è la strada e il loro lavoro è sopravvivere. Il fiume è il punto di ritrovo dei ragazzi, metafora dello scorrere del tempo: come la vita così il fiume scorre verso un’unica direzione, in un rinnovarsi del sempre uguale: queste vite hanno tutte un destino simile, le presenti come quelle future.

Ho letto questo romanzo a 15 anni e quelle scritte finora sono annotazioni che avevo preso per la relazione sul libro. Recentemente, parlando con un'amica, le ho detto che il romanzo mi era piaciuto, ma sempre nelle annotazioni mi sono accorto che rimproveravo a Pasolini di non riuscire a catturare il mio interesse con il suo modo di scrivere. Incredibile come il tempo sia un bugiardo e la memoria si inganni così facilmente...

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