Questione di genere e femminismo

La prima ondata femminista

All’inizio del XVIII secolo era credenza comune che per natura le donne fossero inferiori all’uomo in ambito intellettuale, sociale e culturale.

Ci sono, però, due sviluppi fondamentali nel ‘700: l’Illuminismo e le rivoluzioni francese e americana.

  • L’Illuminismo promuove l’individualismo e l’uguaglianza tra le persone;
  • Le rivoluzioni tentano di rovesciare l’ordine costituito.

Olympe de Gouges

Olympe de Gouges

Durante la rivoluzione francese Olympe de Gouges (1748-1793) nel 1791 pubblica la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, chiedendo pari diritti. Gli articoli della Dichiarazione sono 17 ecco i primi due:

Articolo1:
La Donna nasce libera e ha gli stessi diritti dell’uomo. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’interesse comune.

Articolo2:
Lo scopo di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili della Donna e dell’Uomo: questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e soprattutto la resistenza alla oppressione.

Mary Wollstonecraft

Mary Wollstonecraft

La scrittrice britannica Mary Wollstonecraft (1759-1797) nel 1792 dà alle stampe il trattato Rivendicazione dei diritti della donna che sostiene il diritto femminile di accedere allo studio e al lavoro e afferma che la tirannia domestica è l’ostacolo principale all’indipendenza della donna.

Industrializzazione e ascesa della borghesia

Nell’ 800, con l’ascesa della borghesia si offre un modello di famiglia particolare, tanto che oggi viene considerato tradizionale: la famiglia patriarcale mononucleare.
Il modello patriarcale afferma che l’autorità è in mano al capofamiglia e la donna è sottomessa.
La donna diventa “angelo del focolare”, cioè si prende cura della famiglia.

Suzanne Voilquin

Suzanne Voilquin

Con l’industrializzazione e con l’affermarsi della classe operaia sulla scena pubblica si sviluppa anche un femminismo operaio.
Le donne e gli uomini sono divisi dalla classe in proletari e privilegiati.
Le donne, però, sono oppresse in tutte le classi.
Nel 1832 nasce un giornale, Tribune des femmes, che può essere considerato il primo periodico femminista della classe operaia.
Tale rivista spinge tutte le donne a sostenere il progresso femminile.
La rivista, di cui è redattrice Suzanne Voilquin (1801-1876) che si ispira a Saint-Simon, auspica un’alleanza tra le donne operaie e quelle della classe privilegiata.

Charles Fourier

Charles Fourier

Charles Fourier (1772 – 1837) è il primo a coniare il termine «féminisme». Fourier auspica un nuovo ordine mondiale dove uomini e donne collaborano, considerati pari.
Secondo Fourier, le donne devono avere accesso a ogni professione e scegliere in base alle capacità, agli interessi e alle attitudini.
Fourier è convinto che il contributo delle donne fosse cruciale per la costruzione di una società armoniosa.

Karl Marx

Karl Marx

Nel Manifesto del Partito Comunista, pubblicato nel 1848, Karl Marx (1818 – 1883) e Friedrich Engels (1820 –  1895) sostengono che il capitalismo opprima le donne, considerandole cittadini subordinati.
Negli scritti successivi, però, Marx si concentra sulle disuguaglianze economiche e sociali tra le classi e la condizione femminile passa in secondo piano.
I marxisti sostengono che le disuguaglianze di genere sarebbero scomparse con la fine del sistema capitalistico.

Elizabeth Cady Stanton

 

Elizabeth Cady Stanton

Fino a fine ‘800 la donna sposata era priva di personalità giuridica e dei diritti civili e politici, non godeva del diritto alla proprietà privata, della capacità di stipulare contratti, di disporre di volontà testamentarie e di citare (o di essere citata) in giudizio. La donna era considerata un minore a tutti gli effetti.
Elizabeth Cady Stanton (1815 –  1902) grazie all’influenza del padre avvocato iniziò a interessarsi sin da giovane allo stato giuridico delle donne sposate.
Il 19 e 20 luglio 1848, Stanton e Lucretia Mott decisero di convocare la prima Woman’s Rights Convention presso Seneca Falls nello stato di New York. Il documento conclusivo prende il nome di Declaration of Sentiments: l’obiettivo è il diritto di voto.

Emmeline Pankhurst e le suffragettes

Emmeline Pankhurst

Nel 1867 in Gran Bretagna il deputato John Stuart Mill propone al parlamento un disegno di legge per concedere alle donne gli stessi diritti politici degli uomini. Il testo viene respinto e questo spinge molte donne a formare movimenti per il diritto di voto.
Il movimento più importante è quello delle suffragette fondato da Emmeline Pankhurst (1858 – 1928). Pankhurst punta sull’azione militante per diffondere le idee, anche attraverso disobbedienza civile e terrorismo.
Le donne manifestanti venivano spesso arrestate o percosse. Durante la carcerazione molte di loro facevano scioperi per la fame e per evitare che morissero erano costrette all’alimentazione forzata.
Durante la Prima guerra mondiale, il movimento sospese le attività per aiutare il Paese. Il 6 febbraio 1918 alle donne viene concesso il diritto di voto.

Margaret Sanger e il controllo delle nascite

Margaret Sanger

Fino agli inizi del Novecento, molte femministe sono contrarie alla contraccezione. Si teme che questo avrebbe dato agli uomini una maggiore libertà sessuale.
Fino alla fine dell’Ottocento, la contraccezione è una pratica rudimentale e tra i metodi più comuni c’è il coito interrotto, le spugne vaginali imbevute di chinina, le iniezioni di allume e acqua e i preservativi.
Durante i primi del Novecento, le femministe radicali cominciano a modificare la propria opinione sulla sessualità. Margaret Sanger (1879 – 1966), socialista, associa l’emancipazione della donna al controllo delle nascite («la donna deve avere la sua libertà, la libertà fondamentale di scegliere se essere o non essere madre»).

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