La seconda ondata femminista
Tra la fine degli anni Settanta e Ottanta il femminismo vive una seconda ondata. Il femminismo viene visto come una causa per la liberazione della donna e non solo come una lotta per la parità dei diritti.
Le femministe analizzano ogni aspetto della società, tra cui la sessualità, la religione e il potere.
Vengono fatte proposte su come cambiare la cultura e la società. Il patriarcato viene visto come una fonte primaria di oppressione.
L’insoddisfazione femminile
Le femministe analizzano il senso di insoddisfazione diffuso e indicano come cause:
- l’infantilizzazione freudiana delle donne;
- il mancato accesso a una carriera professionale e l’essere relegate in casa come mogli e madri;
- l’idealizzazione della femminilità, trasmessa anche da riviste e pubblicità;
- la riduzione della donna alla sua funzione biologica e sessuale.
Simone De Beauvoir
Simone De Beauvoir (1908-1986) scrive un testo, nel 1949, intitolato Il secondo sesso. Nel libro si chiede: che cos’è una donna? I filosofi l’hanno sempre concepita come uomo imperfetto. Normalmente, se l’uomo rappresenta il «Soggetto», la donna rappresenta ciò che è diverso, quindi l’«Altro» o l’«Oggetto».
Storicamente la donna è considerata secondo sesso, gerarchicamente inferiore all’uomo, e dalla definizione di uomo si arriva a quello di essere umano. Beauvoir indaga varie discipline (biologia, psicologia ecc…) per comprendere la subordinazione della donna.
Beauvoir afferma che i processi particolari che scandiscono la biologia femminile (sviluppo, ciclo, gravidanza, menopausa ecc…) non comportano un destino predeterminato e inalterabile: la femminilità viene costruita.
Beauvoir, come tutti gli esistenzialisti, crede nella capacità dell’individuo di scegliere e quindi le donne hanno la capacità di combattere l’idea della femminilità e scegliersi come progetto, cercando la liberazione attraverso un lavoro appagante, l’attività intellettuale, la libertà sessuale e il cambiamento sociale.