La terza ondata femminista
Alla fine degli anni Ottanta c’è una forte reazione al femminismo. Gli antifemministi sostengono che le donne abbiano già raggiunto la parità.
Negli anni Novanta, nasce una terza ondata femminista, che si occupa di sesso, genere e identità, spesso con teorie in contraddizione tra loro. L’idea è che la lotta per l’uguaglianza non è ancora finita e che debba estendersi alle altre discriminazioni.
Judith Butler
Nel 1990 Judith Butler (1956 – ) scrive il testo Questione di genere. Butler distingue tra genere e sesso biologico. Se il sesso è una caratteristica naturale, il genere è un discorso culturale che definisce le regole di comportamento umano in base al sesso.
Centrale, nell’opera, è il concetto di «atti», che sono la creazione della realtà sociale attraverso parole e gesti (ad esempio, sono «atti»: i discorsi, il linguaggio del corpo, l’aspetto, il comportamento ecc…). All’interno di un conteso sociale, esistono regole e restrizioni che definiscono la libertà dell’individuo di «agire» in maniera diversa rispetto alle aspettative sociali.
Secondo Butler, il genere è creato e rafforzato dalla ripetizioni di atti. Butler dice che il genere è «performativo», cioè è qualcosa che le persone fanno, non è una caratteristica innata. L’insieme di queste regole, costruite socialmente, collocano l’uomo e la donna su poli opposti, senza gradualità.
Questa visione binaria viene applicata anche al sesso, ma anche il sesso è un costrutto, perché il linguaggio utilizzato per descrivere i genitali è lo stesso utilizzato per il genere.
Infine Butler contesta anche la visione binaria nella sessualità, attraverso l’imposizione della eterosessualità (che viene poi chiamata «eteronormatività»).
Il concetto fondamentale è che l’identità è azione e non è un’essenza eterna e immutabile.
Vocabolario femminista
Il femminismo ha introdotto dei termini e delle espressioni che evidenziano alcuni atteggiamenti o storture che vanno evitate e corrette.
Body-shaming: il body-shaming è attribuire un giudizio negativo su una persona (frequentemente una donna) a partire dal suo aspetto o dal suo corpo.
Bropriating: pratica che si verifica quando un uomo si appropria dell’idea o del progetto realizzati da una donna, prendendosene il merito.
Carico mentale: il carico mentale (o, in francese, charge mentale) è un’espressione divenuta conosciuta grazie alla blogger fumettista francese Emma. Tale espressione indica il carico psicologico che grava sulle donne, alle quali spesso spetta gestire e pianificare sia nella coppia che nella famiglia. Il carico mentale è spesso presente anche laddove i lavori domestici sono equamente suddivisi.
Catcalling: il catcalling è la molestia che ha luogo per strada sotto forma di apprezzamenti (fischi, appellativi ecc…).
Femminicidio: violenza esercitata sistematicamente sulle donne con lo scopo di mantenere la loro subordinazione e annientarne l’identità.
Gaslighting: il termine viene dal film del 1944 “Gaslight” nel quale un marito manipola mentalmente la moglie e le fa credere di essere diventata pazza. Il termine indica, pertanto, la manipolazione che avviene con lo scopo di confondere, screditare o rendere insicura.
Gender gap: divario (di salario e di opportunità) che esiste tra uomini e donne e che evidenzia la disparità in cui vivono le donne.
Manterrupting: il termine indica l’atteggiamento arrogante di un uomo che interrompe una donna mentre sta parlando e non la lascia terminare.
Mansplaining: l’espressione, inventata da Rebecca Solnit che ha scritto il libro Gli uomini mi spiegano le cose, indica un l’atteggiamento paternalista di alcuni uomini che insistono per spiegare a una donna un argomento che lei conosce bene, con l’intenzione di screditarla.
Mascolinità tossica: con questa espressione si intende l’insieme di attitudini e comportamenti, costruiti socialmente, che vengono imposti agli uomini che vengono così identificati come naturalmente violenti, non emotivi, competitivi e non cooperativi ecc… Tale tipo di raffigurazione, oltre a colpire gli uomini che non vi si riconoscono, giustifica spesso la violenza e l’aggressività verso il genere femminile.
Pinkwashing: è la pratica (utilizzata da aziende, società e organizzazioni) di fingere apertura nei confronti dell’emancipazione femminile per distogliere l’attenzione sulle reali condizioni e pratiche che vengono adottate nei confronti delle donne.
Quote rosa: posti riservati alle donne nell’organico di determinate strutture pubbliche e private. In genere sono introdotte per garantire almeno una rappresentatività femminile nei vari settori della società.
Slut-shaming: esprimere un giudizio negativo su una donna utilizzando, come pretesto, la sua vita sessuale.
Tetto di cristallo (glass ceiling): indica l’insieme di barriere sociali, culturali e psicologiche che diventano un ostacolo reale ma invisibile alla possibilità di fare carriera e di raggiungere dei posti di potere.