Sigmund Freud: il padre della psicanalisi

Teoria della sessualità infantile

Sigmund Freud elaborò una teoria della sessualità infantile, sostenendo che i bambini non sono degli “angioletti asessuati”, ma degli “esseri perversi polimorfi” che cercano piacere senza scopi riproduttivi.

La teoria di Freud sullo sviluppo psicosessuale dell’individuo descrive tre fasi caratterizzate da una zona erogena particolare:

  • Fase orale
  • Fase anale
  • Fase genitale

Secondo Freud, queste fasi dello sviluppo psicosessuale sono importanti per la formazione della personalità e per la comprensione dei problemi psicologici.

Angioletto

Fase orale

Durante la fase orale, che va dalla nascita fino all’età di 18-24 mesi, la zona erogena principale è la bocca. Durante questa fase, il bambino si concentra principalmente sul poppare, e le esperienze orali rappresentano per lui il primo contatto con il mondo. Il piacere viene dalle soddisfazioni delle pulsioni orali come succhiare, masticare e mordere, ma se queste pulsioni non vengono soddisfatte, il bambino può sperimentare dolore e frustrazione.

Le esperienze orali hanno un impatto significativo sullo sviluppo del bambino e possono influire sulla sua personalità in seguito, infatti, un individuo che rimane legato a questa fase potrebbe manifestare comportamenti come la dipendenza dal cibo, l’oralità compulsiva (fumare, masticare gomme, succhiare dita) e una tendenza a reagire con rabbia e frustrazione alle frustrazioni.

Fase anale

Durante la fase anale, che va dai 18 mesi fino ai 3-4 anni, la zona erogena principale è l’ano. In questo periodo, il bambino si concentra sulle funzioni escrementizie e impara a controllare la muscolatura sfinterica, utilizzando i servizi igienici per l’espulsione delle feci. Anche in questa fase, come nella precedente, le esperienze del bambino possono provocare soddisfazione o frustrazione. Le feci rappresentano il regalo del bambino all’adulto, la prima esperienza in cui oltre a ricevere può anche produrre.

Le esperienze vissute in questa fase possono avere un impatto significativo sullo sviluppo del bambino e sulla sua personalità in seguito. Un individuo che rimane legato a questa fase potrebbe manifestare comportamenti come rigidità nelle abitudini, perfezionismo, difficoltà nel prendere decisioni, e potrebbe avere difficoltà ad esprimere le emozioni negative come la rabbia o la frustrazione.

Fase genitale

La fase genitale inizia intorno al terzo anno e si articola in due sottofasi: la fase fallica (dai tre ai sei anni) e la fase genitale in senso stretto (a partire dalla pubertà), con un periodo di latenza (dai sei anni alla pubertà) in cui il bambino frena il suo impulso sessuale.

Durante la fase fallica, la zona erogena principale è la zona genitale e la scoperta del pene diventa oggetto di attrazione sia per i bambini che per le bambine. In questa fase, il bambino può soffrire del “complesso di castrazione“, cioè temere di essere evirato, mentre la bambina può provare l’ “invidia del pene“. Inoltre, possono svilupparsi il complesso di Edipo e il complesso di Elettra. Il complesso di Edipo descrive un’attrazione libidica verso il genitore del sesso opposto e un atteggiamento ambivalente (momenti di identificazione e momenti di ostilità) verso il genitore dello stesso sesso.

Queste esperienze possono avere un impatto significativo sullo sviluppo del bambino e sulla sua personalità in seguito. Un individuo che rimane legato a questa fase potrebbe manifestare comportamenti come la preoccupazione eccessiva per l’immagine del proprio corpo, la difficoltà a stabilire relazioni romantiche sane e la tendenza a essere controllanti e possessivi in relazioni intime.

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