Espansione dell’Islam
Già dal 633 gli arabi cominciano la loro espansione: in breve tempo vengono conquistate: Palestina, Siria, Mesopotamia, Egitto.
Con la dinastia degli Omayyadi, l’Islam arriva fino all’Indo e ai confini con la Cina.
In occidente conquistano tutto il nord Africa, la Spagna (nel 713) e la Francia meridionale.
Solo la resistenza di Costantinopoli (nel 717) e la vittoria di Carlo Martello nel 732 a Poitiers riescono a fermare questa rapida espansione.
Le ragioni di questa rapida espansione
Alcuni storici parlano di entusiasmo religioso, ma è poco probabile. Molto probabilmente il successo è dovuto all’organizzazione dell’esercito arabo e alla debolezza degli stati confinanti, in particolare l’Impero di Bisanzio e l’Impero persiano.
Dopo la morte di Giustiniano, infatti, l’impero bizantino ha grandi problemi economici, politici e sociali. I persiani cercano di approfittarsi di questa debolezza per conquistare,
nel 612-620 numerosi territori come Antiochia, Gerusalemme e Damasco.
Nel 628 i bizantini guidati dall’imperatore Eraclio sconfiggono i persiani ma ormai tutti e due gli imperi sono molto indeboliti.
Gli arabi sono anche tolleranti: ci si poteva convertire all’Islam o mantenere la propria fede pagando una tassa.
Conseguenze dell’espansione araba
La prima più evidente conseguenza è che il Mediterraneo non è più un mare cristiano.
L’impero arabo è governato con grande capacità organizzativa: i territori conquistati vengono divisi e controllati da un governatore, chiamato emiro (Emiro viene dall’arabo amir e vuol dire “comandante”). Gli arabi mantengono le strutture amministrative che c’erano già nei vari territori.
Vengono, inoltre, create città-fortezze per mantenere il controllo.
Dal VII secolo comincia un’integrazione tra arabi e popolazioni locali. Si diffonde il commercio e l’arabo diventa la lingua ufficiale.
Nel 661 la dinastia omayyade sposta la capitale a Damasco (Siria).
Nel 720 tutti i musulmani sono considerati uguali (e pagano le stesse tasse).
Frammentazione dell’Impero arabo
Gli Omayyidi hanno due gruppi principali di oppositori:
– gli sciiti, che vogliono che il potere sia dei discendenti di Maometto;
– i kharigiti, che vogliono un Islam più rigoroso.
Inoltre le popolazioni conquistate non avevano ancora ricevuto l’uguaglianza con gli arabi e si sentivano escluse dal potere.
Nel 750 c’è una rivolta armata guidata dalla famiglia degli Abbasidi, appoggiati dagli sciiti e dai persiani. Abu-al-Abbas prende il potere e proclama l’uguaglianza di tutti i musulmani.
Nell’amministrazione vengono coinvolti molti persiani e la capitale viene trasferita da Damasco a Baghdad, in Iraq. Baghdad diventa in pochi anni una città con più di 500.000 abitanti.
Con gli abbasidi si impone l’interpretazione sunnita del Corano.
Tra l’VIII e il IX secolo i regni di Marocco, Tunisia ed Egitto diventano indipendenti, così come succede con l’Andalusia.
Il mondo arabo-musulmano rimarrà frastagliato e diviso fino all’espansione dell’Impero Ottomano.