La mente come contenitore di oggetti
Secondo la teoria di Melanie Klein, la mente è un contenitore di “oggetti”, che sono entità immaginarie o simboliche che rappresentano parti di noi stessi e del mondo esterno. Questi oggetti sono sentiti come concreti e reali, e sono considerati attivi nella nostra mente, in quanto possiedono una propria vita psichica.
Klein sostiene che questi oggetti possono essere esperiti in modi diversi, ad esempio come amati, odiati, distrutti, divorati o invidiati. Questi sentimenti vengono spesso proiettati sugli altri, in particolare sui genitori o sui caregiver primari, e possono avere un impatto significativo sulle relazioni interpersonali.
Secondo Klein, i bambini già sin dai primi giorni di vita sviluppano una vita mentale complessa che comprende la percezione di relazioni oggettuali con il mondo esterno. Queste relazioni sono determinate da sensazioni corporee e possono produrre fantasie di oggetti buoni o cattivi a seconda se i bisogni vengono soddisfatti.
Inoltre, Klein riprende il concetto di pulsione di morte di Freud e lo integra nella sua teoria. Secondo Klein, la pulsione di morte non è solo una tendenza all’autodistruzione, ma anche una tendenza a distruggere gli oggetti esterni. Questo desiderio di distruzione può essere scatenato da sentimenti di invidia e gelosia nei confronti degli oggetti buoni, che il bambino percepisce come rivali.
Melanie Klein ha anche introdotto il concetto di posizione depressiva, che si verifica quando il bambino acquisisce la consapevolezza della propria aggressività e dei danni che può infliggere agli oggetti buoni. Questa consapevolezza può portare a sentimenti di colpa e rimorso, e alla ricerca di riparazione e riconciliazione con gli oggetti danneggiati.
L’oggetto buono
Klein ha introdotto il concetto di “oggetto buono” e “oggetto cattivo” per descrivere come i bambini percepiscono e relazionarsi con le figure genitoriali e gli oggetti. Per Melanie Klein, l’oggetto buono è un termine utilizzato per descrivere le figure genitoriali o gli oggetti che rappresentano loro e che sono percepiti dal bambino come sorgenti di soddisfazione e di gratificazione. Questi oggetti sono associati ai bisogni primari del bambino, come il nutrimento, la sicurezza e l’amore. Il bambino attribuisce a questi oggetti proprietà positive e li idealizza, percependoli come fonti di piacere e di benessere, negandone gli aspetti negativi. Klein sostiene che il bambino si identifica con questi oggetti buoni, utilizzandoli per costruire la propria immagine di sé e per stabilire relazioni sane con gli altri.