La crisi in Ucraina
Nel 2013-14 scoppia una grave crisi in Ucraina. Il Paese è diviso tra filo-russi e filo-occidentali. La crisi aveva colpito l’Ucraina che si è indebitata verso l’estero. L’Unione europea propone un accordo di associazione e un prestito di oltre 600 milioni di euro. L’Ucraina vede in questo accordo il primo passo per entrare nell’Unione europea.
Il presidente filorusso Viktor Yakunovich si rifiuta di firmare un trattato di associazione con la UE e i gruppi filo-occidentali e i nazionalisti antirussi protestano. Il presidente fugge.
Diventa presidente un filo-occidentale, Petro Porošenko, ma questa volta sono i filo-russi a protestare e Putin li aiuta, anche con armi e soldati.
La penisola di Crimea, che era tradizionalmente russa, proclama la sua indipendenza dall’Ucraina ma la comunità internazionale non la riconosce.
Lo stesso succede con alcune regioni di confine che cercano di staccarsi dall’Ucraina opponendosi con le armi, ancora una volta appoggiati dalla Russia. Nasce un conflitto a sfondo etnico.
Gli Stati Uniti e l’Unione europea appoggiano il governo ucraino e danno delle sanzioni economiche alla Russia.