Il giorno in una vita e tutta la vita in un giorno, questa potrebbe essere la sintesi di Mrs Dalloway di Virginia Woolf, pubblicato nel 1925. Il libro è il racconto di una giornata della vita di Clarissa Dalloway, donna apparentemente superficiale, che organizza un ricevimento per il marito. Eppure in questo giorno ci viene mostrata l’intera esistenza di Clarissa, delle persone a lei care, degli uomini e delle donne che incrociano il suo cammino. “Quando si è felici, aveva detto a Elisabeth, si hanno delle riserve a cui attingere, mentre lei era come una ruota senza gomma (le piacevano quelle metafore) sobbalzava a ogni scossa”: veniamo trasportati pagina dopo pagina nei pensieri di Clarissa, nel dolore di Lucrezia, nella follia di Septimus, e di un amore che poteva essere e che non è mai stato: “siamo tutti in carcere”, dice un personaggio. “Anche l’amore distrugge. Tutto ciò che era bello, tutto ciò che era vero, finiva”.
Letto e odiato al liceo, l’ho riscoperto dopo anni ed è diventato uno dei miei romanzi preferiti.
Incipit:
La signora Dalloway disse che i fiori sarebbe andata a comprarli lei. Poiché Lucy aveva già il suo bel da fare. Bisognava tirar giù le porte dai cardini: venivano gli operai di Rumpelmayer. Eppoi, pensò Clarissa Dalloway, che mattinata! … limpida, come per farne dono ai bimbi su una spiaggia. Che delizia! Che tuffo! Sempre, infatti, le aveva fatto questo stesso effetto, a quei tempi, allorquando, spalancata la porta finestra, con un lieve cigolio dei cardini, che ancora le pareva di udire, lei si tuffava nell’aria aperta, a Bourton.