I sistemi emotivi: il DESIDERIO SESSUALE
Il desiderio sessuale (lust), così come l’affetto, l’amore e la devozione, descrive il cuore, appunto, di un sistema che genera forti pulsioni fisiche e raffinate emozioni sociali. La necessità evolutiva che è all’origine di questo sistema sembra essere la preservazione degli animali non in quanto singoli ma come specie.
Nella descrizione del sistema del desiderio sessuale è necessario affrontare da subito l’aspetto anatomico e chimico, dal momento che, come dimostrano numerosi studi, maschi e femmine sono soggetti a differenti controlli cerebrali. Infatti, benché ciascun sesso abbia circuiti maschili e femminili, questi normalmente non hanno la stessa forza.
L’organizzazione dei circuiti cerebrali sessuali comincia durante il periodo fetale e la base primordiale è quella femminile. Il cervello, nei soggetti maschili, si mascolinizza prima della nascita attraverso la secrezione di testosterone e la sua conversione nell’ormone estrogeno. La mascolinizzazione comporta che certe aree del cervello, specialmente i gruppi di neuroni all’interno dell’ipotalamo, crescano maggiormente mentre altre aree, come il corpo calloso, restino più piccole.
Un momento successivo di svolta è nella pubertà, quando si ha la maturazione degli estrogeni ovarici e degli steroidi progestinici per i soggetti femminili e un’intensa produzione di testosterone per i soggetti maschili. Questi ormoni si legano a vari recettori in diverse regioni sottocorticali del cervello specialmente, negli uomini, nell’area preottica dell’ipotalamo anteriore.
Studi in laboratorio mostrano che gli animali maschi che perdono i loro testicoli prima della maturazione sessuale non sviluppano forti impulsi alla sessualità, pur mantenendo impulsi sociali. Si è osservato, tuttavia, che l’impulso viene conservato se i testicoli vengono persi da uomini che sono già sessualmente attivi. Il testosterone risulta, quindi, di grande importanza per la libido maschile, soprattutto perché attiva diversi neuropeptidi, come ad esempio la vasopressina, che nei maschi è presente in quantità doppia rispetto ai soggetti femminili. La vasopressina negli animali promuove il corteggiamento, l’ardore sessuale, il marcamento del territorio e l’aggressività tra maschi. Il testosterone attiva anche l’ossido nitrico (NO) che promuove, ancora una volta, l’ardore sessuale e l’aggressività. Da queste osservazioni si può notare come il testosterone giochi un ruolo importante sia nella sessualità maschile che nell’impulso di dominanza sociale, anche se questi due sistemi restano, però, distinti.
Nei soggetti femminili gli impulsi alla ricettività sessuale hanno origine nell’ipotalamo ventromediale (VMH). La maggior parte di loro non produce molto testosterone e la loro sessualità è controllata soprattutto dagli estrogeni e dal progesterone. L’attivazione sessuale è, inoltre, governata da cicli estrali regolari. Gli estrogeni e il progesterone promuovono anche la produzione dell’ossitocina, che renderebbe i soggetti femminili anche emotivamente più recettivi e più fiduciosi.
Ovviamente tale discorso vale solo in parte per gli esseri umani, dal momento che la sessualità negli umani è molto più legata alla vita affettiva della mente e agli aspetti socio-culturali di quanto non succeda negli altri animali. Ciononostante a livello dei processi primari i circuiti del desiderio sessuale sono molto simili.
Panksepp nota che, nella promozione del desiderio sessuale, è coinvolto anche il sistema della ricerca, alimentato dalla dopamina, soprattutto nella ricerca di un partner sessuale. Rispetto alla differenza di genere, Panksepp sottolinea come i due ormoni, ossitocina e vasopressina, siano alla base delle differenze più marcate. Normalmente l’ossitocina incoraggia atteggiamenti di cura, traducibili nell’espressione «prenditi cura e sii amichevole», mentre la vasopressina in atteggiamenti più aggressivi, traducibili in «aggredisci e competi» (J. Panksepp, L. Biven, 2012, p. 280).
L’ossitocina è stata considerata comunemente, secondo una visione semplicistica, come l’“ormone dell’amore”. Panksepp ricorda, a tal proposito, come l’ossitocina non agisca da sola ma operi con il sostegno di molte altre sostanze chimiche e di stimoli ambientali, quindi è presumibile che produca intense esperienze affettive positive a partire da interazioni sociali concomitanti. Gli studi sugli animali mostrano che l’ossitocina fornisce conforto quando gli animali sono da soli, promuove la fiducia e facilita le interazioni sociali positive. Sembra, inoltre, che questi risultati possano estendersi anche agli esseri umani.
Nel sistema del desiderio sessuale gli elementi omeostatici e quelli sensoriali hanno un ruolo forte nell’attivazione sessuale, ciononostante esso si configura, per Panksepp, come sistema emotivo perché presenta una prontezza all’azione molto evidente e il suo stato affettivo è in grado di perturbare gli altri sistemi.
Per quanto riguarda lo sviluppo sessuale, Panksepp fa un’importante distinzione tra il genere del corpo e il genere della mente, difatti questi si sviluppano in modo, per certi aspetti, indipendente: gli ormoni sessuali che determinano l’organizzazione sessuale del cervello nello sviluppo fetale sono diversi da quelli che rendono specifico l’aspetto degli apparati genitali. Biologicamente definiamo femmine quelle nate con cromosoma XX e maschi quelli nati con cromosoma XY e normalmente il circuito cerebrale femminile è più forte nelle femmine biologiche e quello maschile nei maschi. Non sempre però questo avviene in questo modo e ciò succede quando, ad esempio, le sostanze cerebrali fetali di tipo sessuale si dispongono in modo atipico. Da ciò ne consegue che l’identità di genere non è semplicemente appresa e non può essere alterata dalla persuasione. Panksepp riporta i risultati di alcuni esperimenti in laboratorio, in cui ad alcuni ratti femmine venivano iniettati degli estrogeni generando proli femminili con cervello maschile. Altri studi mostrano che se il testosterone non può essere convertito in estrogeni durante gli ultimi mesi della gravidanza, ci sono molte probabilità che un feto maschio nasca con un cervello femminile. Questi ultimi casi occorrerebbero, ad esempio, quando la madre vive un forte stress prenatale.
Quanto questi dati siano generalizzabili anche agli esseri umani è difficile da dire, anche se numerosi casi sembrano confermarli. Non va però dimenticato che i fenomeni biologici vanno combinati con i fenomeni personali, sociali e culturali, con tendenze a volte contrarie a vari livelli, dal primario al terziario.
Il sistema del desiderio sessuale è emerso per promuovere la riproduzione e preservare la specie animale. È un sistema in grado di spingere alla creazione dei primi legami tra gli organismi: quando il sistema è attivo l’animale cerca il congiungimento corporeo con un altro che sia sessualmente recettivo, quindi la tensione può essere positiva o può diventare un fattore di stress qualora questo congiungimento fosse negato. Questo sistema però è anche all’origine di quei legami che, come avviene in diverse specie, possono essere anche di tipo esclusivo e durare tutta la vita. Il sistema del desiderio sessuale è, quindi, fondamentale nello sviluppo della vita sociale.
Bibliografia:
- Panksepp J., 1998, Affective Neuroscience: The Foundations of Human and Animal Emotions, Oxford University Press.
- Panksepp J., Biven L., 2012, The Archeology of Mind. Neuroevolutionary Origins Of Human Emotions, New York, W.W. Norton & Company (tr. it. Archeologia della mente. Origini neuroevolutive delle emozioni umane, Milano, Cortina, 2014).
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