Legge delle guarentigie
Per regolare i rapporti tra lo Stato e la Chiesa, il 13 maggio 1871 l’Italia promulga la legge delle Guarentigie (garanzie). Il papa viene considerato come un «suddito speciale».
Tale legge non è frutto di un accordo tra i due Stati, tanto che la Chiesa cattolica la respinge con l’enciclica Ubi nos del 15 maggio 1871. Infatti il papa non si sente tutelato a sufficienza da una legge ordinaria.
La legge garantiva l’inviolabilità del pontefice, ne garantiva l’extraterritorialità e la libertà di comunicazioni. Inoltre lo Stato italiano si impegnava a farsi carico delle spese di mantenimento della corte papale, con una donazione annua, a vantaggio della Curia romana.
Lo Stato italiano, infine, garantiva la massima libertà di esercizio del culto, di riunione, di movimento e di testimonianza all’interno del Regno d’Italia.