Plotino: l’Uno, l’emanazione e il ritorno all’Uno

L’Uno
Per Plotino il principio di tutte le cose è qualcosa di semplice, perché se fosse composto da altri elementi lo si potrebbe spiegare in base a questi. Plotino chiama il principio di tutte le cose UNO. L’Uno rappresenta il principio primordiale di tutto ciò che esiste, una realtà semplice e indivisibile, non soggetta a ulteriori spiegazioni. L’Uno è totalmente “altro” rispetto alla realtà, quindi, sta al di fuori delle dimensioni di tempo e spazio, svincolato da qualsiasi forma materiale o figura concreta, e la sua essenza sfugge alle limitazioni del linguaggio e del pensiero umano.
Dell’UNO si possono dire soltanto le caratteristiche che non possiede: l’UNO non è nello spazio né nel tempo , non è fatto di materia , non ha forma o figura. L’UNO è infinito , nel senso che la sua potenza non ha limiti.
Il processo di emanazione
Nonostante l’Uno sia radicalmente diverso da tutto ciò che è concreto e tangibile, esso rimane il principio generativo di tutta la realtà. Questa generazione non è paragonabile alla creazione da parte di un Dio, come nelle tradizioni ebraiche e cristiane, né può essere ricondotta a una sostanza naturale, come sostenevano i presocratici. Piuttosto, Plotino introduce la teoria dell’emanazione, dove tutto proviene dall’Uno in una maniera simile a come il profumo fluisce da un fiore o il calore da una sorgente di luce.
L’emanazione dall’UNO non è un processo spazio temporale , perché l’UNO è al di fuori del tempo e dello spazio. L’emanazione si spiega in una relazione di dipendenza: tutte le cose dipendono dall’UNO. È come se l’UNO fosse un essere «sovrabbondante».
L’UNO è origine delle cose e questa relazione è necessaria, nel senso che dipende dalla natura stessa dell’UNO. Le cose NON sono CREATE dall’UNO e non coincidono con l’UNO. L’emanazione avviene in modo graduale in 3 livelli ontologici (o ipòstasi), ma la stessa necessità dell’UNO caratterizza gli altri:
- l’UNO , livello fondamentale, vertice della gerarchia
- l’Intelletto , livello intermedio
- l’Anima , il terzo livello
Intelletto e anima
Plotino concepisce l’Intelletto come un regno di idee immutabili e universali, un mondo intelligibile, che esiste in simbiosi con un atto di contemplazione intellettiva. Questa contemplazione distingue tra l’oggetto contemplato e l’atto di contemplare stesso, introducendo una dinamica riflessiva simile a quella di uno specchio. In questa dinamica, l’Anima funge da principio organizzativo, mediando tra l’Intelletto e il mondo fenomenico, infondendo le cose concreto con forme specifiche derivanti dalle idee universali. L’ Anima si rivolge al mondo delle idee e le contempla e poi plasma e ordina il mondo fisico. Le idee, quindi, non sono solo modelli delle cose (come diceva Platone) ma sono insiti nelle cose (come diceva Aristotele). L’anima dà quindi origine al mondo concreto. Questo processo di emanazione culmina nella materia, che rappresenta la fase finale di differenziazione e molteplicità, essendo anche la radice della negatività e del male nella filosofia di Plotino.
Il ritorno all’Uno
Nel quadro filosofico di Plotino, gli esseri umani risiedono nel perimetro più esterno della realtà, ma hanno la capacità di ritornare verso l’Uno attraverso un percorso di elevazione spirituale. Questo cammino inizia con l’adozione delle virtù civiche, che facilitano il distacco dalle limitazioni corporee e promuovono la transizione dalla pratica all’osservazione contemplativa. La bellezza e l’arte agiscono come catalizzatori in questo viaggio, offrendo un accesso al regno superiore dell’Intelletto, pur dovendo eventualmente cedere il posto alla riflessione filosofica e scientifica. Bisogna, tuttavia, distinguere l’amore intellettivo che ci eleva al mondo delle idee e l’amore sensuale che ci spinge verso le tenebre della materia. Il culmine di questo percorso è una profonda esperienza mistica, un’estasi in cui il soggetto e l’oggetto confluiscono, realizzando un’unità sublime con l’Uno.