Scetticismo

Pirrone di Elide

Pirrone di Elide è nato intorno al 365 a.C. nella regione del Peloponneso. Durante la sua vita, ha avuto l’opportunità di entrare in contatto con la scuola eleo-megarica, un luogo di profondo interesse filosofico. Ha fatto parte integrante della spedizione di Alessandro Magno in Oriente, un’esperienza che gli ha permesso di immergersi nella saggezza orientale, soprattutto quella indiana. In seguito, ha fondato una scuola filosofica nel suo luogo natale, che purtroppo ha avuto una durata effimera dopo la sua morte. Pirrone è noto per la sua vita semplice ed è morto in età avanzata nel 275 a.C. Tra i suoi autori di riferimento, Omero occupava un posto particolare, ed era solito citare i passaggi omerici che riflettevano sulla transitorietà della vita umana e sulla vanità del linguaggio.

L’epoché

Pirrone sostiene una visione della realtà profondamente relativistica, in cui non esistono affermazioni veramente vere o false. Per lui, sono le credenze e le abitudini variabili degli individui che definiscono la bontà o la malvagità, la veridicità o la falsità di una cosa. In questo scenario, in cui le percezioni e le convinzioni sono continuamente mutevoli e contraddittorie, emerge l’impossibilità di formulare giudizi assoluti sulla realtà, che si presenta come qualcosa di inafferrabile.

Davanti a questa complessità e relatività della conoscenza, Pirrone propone l’epoché, un approccio filosofico che invita alla sospensione di ogni giudizio. In questa prospettiva, non esistevano “verità” assolute, ma solo supposizioni su ciò che potrebbe essere considerato vero. Tale sospensione del giudizio si basa sulle discrepanze e le contraddizioni inerenti alle percezioni sensoriali e alle credenze umane, evidenziando la diversità culturale, le varie pratiche religiose e le reazioni disparate di fronte ai fenomeni naturali e alla realtà. Pirrone mette in luce come, nel campo filosofico, gli argomenti a sostegno delle teorie siano spesso intrinsecamente contraddittori e richiedano un’indagine infinita basata su principi indimostrabili, conducendo, così, a una visione relativistica della realtà.

Atarassia

Nel cuore della filosofia di Pirrone risiede il concetto di atarassia, una forma di serenità mentale raggiunta attraverso la rinuncia a formulare giudizi di valore sul mondo. Lo scettico, quindi, si limita a descrivere le proprie percezioni sensoriali, esprimendo lo stato della propria sensibilità senza affermarlo in modo dogmatico e definitivo. Questa postura filosofica, sintetizzata nelle frasi “tutto sfugge alla comprensione” e “sospendo il mio giudizio”, promuove una pace interiore imperturbabile.

Pirrone vede lo scetticismo come l’unica via per raggiungere una tranquillità della mente autentica, un rifugio dalla frenesia della ricerca metafisica della verità. Con una comprensione profonda dell’inesistenza di una verità assoluta, lo scettico può osservare con una sorta di superiorità compassionevole coloro che si impegnavano inesorabilmente nella ricerca della “verità”. Questa consapevolezza, tuttavia, non ostacola la vita pratica dei seguaci dello scetticismo, permettendo una coesistenza armoniosa tra l’indagine scettica critica e la normale conduzione della vita quotidiana.

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