La dittatura di Oliver Cromwell
Subito dopo la sconfitta del re il fronte dei vincitori si disgrega.
Dal punto di vista religioso, la maggioranza parlamentare è presbiteriana e vorrebbe un’unica confessione di Stato, calvinista; l’esercito con Cromwell sostiene il puritanesimo; gli indipendenti, vorrebbero la libertà di culto e di organizzazione.
Dal punto di vista politico, il fronte si divide tra levellers (“livellatori”), che chiedono il suffragio universale e la repubblica; i diggers (“zappatori”) che chiedono abolizione della proprietà privata; e i quaccheri (dall’inglese to quake, “tremare”) che sono contrari a ogni forma di autorità religiosa.
Il re fugge in Scozia e ricomincia la guerra. Nel 1648 Cromwell occupa il parlamento e nel 1649 il re è condannato a morte e viene proclamato il Commonwealth, la Repubblica inglese. Successivamente sconfigge i levellers e i diggers, la rivolta irlandese (1649) e quella scozzese (1650-51).
Una volta che ha ottenuto il controllo sul fronte esterno, Cromwell punta ad espandere il commercio. Nel 1651 proclama l’Atto di Navigazione contro l’Olanda. Quest’atto prevede il monopolio del commercio inglese con le colonie americane. Allo stesso tempo, stipula molti accordi commerciali con altri Stati (Danimarca, Svezia e Portogallo).
Cromwell cerca di modernizzare l’agricoltura, con il lavoro salariato e orientata al mercato e al guadagno, e per far questo privatizza la terra.
Nel 1653 Cromwell si proclama Lord Protettore e la sua gestione del potere diventa sempre di più una dittatura militare.
Nel 1658, però, muore e lascia il potere al figlio Richard Cromwell ma il parlamento interviene e proclama re Carlo II Stuart. Con quest’atto viene ribadita la centralità del parlamento e viene ripristinata l’importanza della Chiesa anglicana.