Talete il filosofo
Talete dà inizio alla riflessione sulla natura (in greco: physis). Egli pensa che tutta la natura sia animata e arriva a questa idea attraverso l’osservazione del magnete e dell’elettro. Tutte le cose hanno un’ “anima”, anche quelle che non fanno parte dei viventi, come il sasso. Talete è convinto che esista un principio primo, all’origine di tutte le cose, che vive e dà vita.
Talete vuole, quindi, trovare un principio unitario della natura. Nella ricerca di tale principio non si ispira solo a un concetto divino ma a un elemento che si trova nella natura stessa. Talete avrebbe identificato come principio generatore di tutto il mondo visibile l’elemento ACQUA.
L’idea dell’acqua come generatrice di tutto era già stata sostenuta da diverse civiltà. Talete, però, si basa sulle apparenze sensibili, cioè si basa su ciò che vede: tutte le cose presentano una porzione di acqua e tutti gli esseri hanno bisogno di bere acqua. La relazione che trova è la seguente: tutte le cose hanno origine dall’elemento di cui hanno massimamente bisogno per vivere. L’assenza di acqua manifesta la morte di un vivente. Talete ritiene anche che la terra galleggi sulle acque come un pezzo di legno, e questo spiegherebbe i terremoti che sarebbero prodotti con la produzione di ondulazione delle acque.
Per Talete, quindi, l’acqua rappresenta l’arché. Ogni cosa deve essere acqua in un certo momento della sua trasformazione, ma Talete non ci dice come, in concreto, si originino le cose a partire dall’acqua.
Quando si interpreta tutta la realtà come originata da un unico principio parliamo di monismo. Mentre quando interpretiamo tutta la realtà come originata da un principio materiale si parla di materialismo. Per questo, l’interpretazione della realtà di Talete si può definire monista e materialista.